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News, Milano, 28 June 2014
ABOUT PROJECT
B-INK
Presentazione progetto in occasione di
TA2@MI
TATTOO CONVENTION
SABATO 28 E DOMENICA 29 GIUGNO 2014
CROWNE PLAZA, MILANO
(VIA KONRAD ADENAUER, SAN DONATO MILANESE)


B-Ink è il nome di un progetto che nasce dalla necessità, dalla volontà, di un gruppo di tatuatori, di lanciare un messaggio. Il tatuaggio, in sé, attraversa tutta la nostra storia, da cultura a cultura, arriva fino ai giorni nostri e si espande sempre di più. A dimostrazione, oggi, un corpo senza inchiostro sembra essere quasi più raro di un corpo su cui è intervenuto l’ago.
Da sempre il tatuaggio è considerato una forma di decorazione pittorica, con diverse radici di valenza. Che si tratti di religione o di estetica non ha importanza, il tatuaggio persiste nel tempo si scontra con la società e in qualche modo segna la memoria di mode, tendenze, usanze. È un segno del presente.
Fatta questa breve premessa, si arriva ben presto al paradosso tatuatore/artista. Se il tatuaggio è riconosciuto come intervento artistico, perché il tatuatore non ricopre le vesti dell’artista? Un dilemma cui vogliamo dare una risposta? No, un’antinomia cui vogliamo proporre una soluzione.
Per capire meglio da che parte andare, è necessario provare ad analizzare, nel modo più lineare possibile, il sistema dell’arte che, oggigiorno, è sempre più complesso e di difficile gestione. Ingloba a se troppe tendenze artistiche e la divisione tra amatore e professionista appare, alle volte, sottile.
Facciamo un passo indietro e proviamo a dividere le grandi categorie, partendo dalle arti tradizionali quali: disegno, pittura e scultura. Ci rendiamo facilmente conto che pittore e scultore sono dai tempi più antichi considerati “gli artisti”. Proseguiamo. Arrivano le avanguardie artistiche che stravolgono il tutto con lo sviluppo di nuove tecniche. Che siano legate alla tradizione o no, non ha importanza, in breve tempo un’ampia diffusione delle più svariate categorie, s’inserisce nel sistema dell’arte. Che tu faccia il fotografo, o il filmer, il designer, o l’attore… non ha importanza, ben presto sarai riconosciuto come artista. Ecco che ci avviciniamo al problema. Il tatuatore? Mi sembra un po’ lo stesso dilemma che in passato ha sollevato street art e graffiti. Allora la risposta ci appare già più semplice. Tu tatuatore vuoi essere riconosciuto come un artista? Si, dimostralo.
B-Ink sostiene, con tono audace, che deve esistere un’identificazione del tatuatore come artista. Ed è proprio in occasione della Tattoo Convenzion TA2@MI che vogliono dar voce ed eco alla loro massima espressività dimostrando di essere in grado di entrare nel blocco dell’arte. Maurizio Brughera, Elisa Brusati, Francesca De Angelis, Carlo Formisano, Linda Iacono, Valentina Iacono, Andrea Lanzi, Roberto Lauro, Luigi Marchini, Fabio Onorini, Alessandro Pellegrini, P Ink, Antonio Proietti, Simo Snt, Stizzo, Marco Varchetta e Vincent Zattera sono i protagonisti di questo primo appuntamento. Ciascuno di loro ha a disposizione una superfice lignea che raffigura una B, proprio come dall’inglese “be”, per dimostrare di essere. Le B di dimensione 50x45x1 cm diventano la loro prova. Liberi di fare qualsiasi intervento pittorico-decorativo, ora devono dimostrare il loro talento, quello vero, quello che gli potrà permettere di essere chiamati “artisti”.
Numerose le riflessioni concettuali in tema di tatuaggi e tatuatori, la prima cosa che viene da dire è che “può essere artista il tatuatore chi si applica a livelli molto alti”, e questo vale per tutti gli artisti, nello specifico nella sua capacità di rendere dinamica un’immagine attraverso lo studio dell’anatomia, delle torsioni, dell’invecchiamento.
A questo punto scatta l’ennesima riflessione. Quando un’opera d’arte è riconosciuta come tale? Chi lo stabilisce? Perché? E qui, come per magia, appare la tanto amata e odiata figura del Critico d’Arte. Professione riconosciuta in termini di: individuo dal notevole bagaglio culturale in grado di valutare in un contesto estetico e di teoria di bellezza un’opera, che ora deve focalizzare la sua attenzione verso un mondo ancora così tanto inesplorato. Abituati a osservare, scrutare e giudicare, non ci resta che aspettare. B-Ink è un progetto che osa. I tatuatori di mettono in gioco… ma cosa ne pensa la critica?
Martina Corbetta


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