Tracce di Luce Tina Sgro'
Mostre, Bologna, 14 October 2010
La realtà di Tina Sgrò si chiarisce allo spettatore attraverso le sue tele. È una realtà familiare, composta da oggetti quotidiani, percorsi giornalieri. Eppure c’è un’indagine diversa, un’impressione più intima della dimensione comune dell’oggetto. C’è un’attenzione trans-materiale, evocativa di un ricordo, un sogno. È come se la Sgrò incontrasse i suoi oggetti, i suoi luoghi e, per imprimerli, lasciasse alle sue pennellate riprendere l’istante dello sguardo. Di quell’occhiata durante la quale si percepisce lo spazio e il tratto segue la pupilla. Ecco perché complice del movimento. La materia viene vivificata dall’energia visiva, dai tratti di luce che accendono l’attenzione, che creano il senso dello spazio. Le sue immagini appaiono nitide e immateriali insieme, la concretezza del soggetto cede il passo alla sensazione: nasce nello spettatore un paradosso emozionale. Paradosso che lo costringe ad abbandonare l’idea del comune, per seguire una strana emozione, dovuta alla profondità dello sguardo della Sgrò.
Il suo percorso appare come un errare quasi inquieto attraverso frammenti di mondo e si afferra l’immediatezza con la quale l’artista lascia che l’esterno si manifesti. L’attenzione è rivolta verso l’inanimato che, tuttavia, risulta essere talmente personale da raccontare un sentire.
Allora l’oggetto diviene emozione. E questo la Sgrò l’ha capito da tempo. Ha capito che lasciare che lo spettatore diventi il suo essere spettatrice, muove il filo comune dello sguardo e permette di indagare il mondo emozionale proprio dell’artista.
Così la prospettiva, piuttosto che il colore, le pennellate, creano la direzionalità dell’attenzione, di quel particolare apparentemente insignificante, capace di trasmettere una strana percezione. Un nodo all’anima che si scioglie con la fiducia.
Perché per comprendere la poetica della Sgrò occorre lasciarsi condurre in una chiesa e osservare, dai suoi occhi, un mistico chiaroscuro materico, percependone appena l’architettura dell’altare.
Bisogna curvare su una strada veloce, con la sua stessa ansia di raggiungere, per tempo, un altro luogo.
Serve fermarsi sul ciglio di una porta per osservare due oggetti illuminati in modo preciso, come attori di un palcoscenico.
Per avere gli occhi giusti bisogna restare a guardare ciò che la Sgrò ha visto per prima, per poi repentinamente sparire. Donando alla materia un significante connotativo ed un significato emozionale.
Margherita Matera

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