Omar Galliani è un maestro della pratica artistica, conosciuto a livello internazionale, che vanta in particolare mostre in Cina e in Russia.
Il suo disegno affonda le radici in quello rinascimentale – Leonardo da Vinci –, ma non solo. Il dialogo con gli antichi maestri è fatto di amore, studio e confronto. L’opera di Omar Galliani non è bozzetto o prova preparatoria, ma lavoro a sé stante, nobilitando l’arte disegnatoria. Anche per questo, l’autore inventa il suo disegno “infinitissimo”, dilatando al massimo le dimensioni, con pezzi che diventano monumentali. Si guarda ad artisti della contemporaneità, come Gino De Dominicis, Robert Longo, Troy Brauntuch, ma anche alle suggestioni della moda, del cinema (Michelangelo Antonioni, Wim Wenders, Robert Altman). E ancora i viaggi intorno al mondo, in particolare in Asia, che contaminano il suo immaginario e la quotidianità, con gli incontri casuali, i volti incrociati di sfuggita. La componente concettuale è sempre presente, più o meno velata.
Il disegno ha un suo tempo di esecuzione che per l’artista si traduce in giorni e giorni, ore e ore di fatica. La pressione sanguigna modifica il segno, si imprime sul foglio di carta o sulla tavola di pioppo. Il lavoro è la prima religione di Omar Galliani; il disegno è il suo mantra, la sua pietra filosofale per l’immortalità.
In mostra, grandi opere significative del suo percorso: da un primo disegno del 1977, “Dalla bocca e dal collo del foglio”, alla pittura degli anni ‘80, con importanti lavori storici, come “Cavalieri d’Ellissi”, presentato alla Biennale di Venezia del 1986, e “Cadmio” dello stesso anno, fino al grande “Mantra per Laura” del 1999. Quindi la ricca produzione dagli anni 2000 in poi (“La principessa Lyu Ji nel suo quindicesimo anno di età”, 2008; “Omar Roma Amor”, 2012; “Per Santa Teresa D’Avila”, 2016) e i pezzi più recenti (“Floralia”, 2019; “De rerum natura”, 2020), quelli sui notturni stellari (il trittico “Nella costellazione di Orione”, 2019; “Siderea”, 2020) e i lavori dedicati alla pandemia (“Baci rubati/Covid 2019”). Esposti anche due inediti del 2021 (“Chlorophelia” e “NGC/7419”).
È allora un percorso di forte impatto ed emozione che ci parla dei grandi temi dell’uomo: la natura, la vita, l’arte, la pandemia, la morte, la santità, giocato in particolare sul bianco candido della tavola di pioppo e il nero scintillante e misterioso della grafite.
L’esposizione, promossa da Provincia di Catanzaro, Museo MARCA e Fondazione Rocco Guglielmo, è realizzata con il contributo di Phidias Antiques. L’inaugurazione si terrà sabato 9 ottobre alle ore 18.30, alla presenza dell’artista, della curatrice e di Rocco Guglielmo, direttore artistico del Museo MARCA. Accesso consentito ai visitatori muniti di mascherina e certificazione verde Covid-19 (Green pass) sino ad esaurimento dei posti disponibili. Uno splendido volume della Prearo Editore, a cura di Vera Agosti, con un saggio critico della curatrice, un’intervista e una poesia di Teodolinda Coltellaro, membro del comitato scientifico del Museo MARCA, accompagna l’esposizione. Per informazioni ed approfondimenti: www.museomarca.info, www.omargalliani.com.
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