Mostre, Terni, 16 July 2008
Il legame con la figura umana è stato sempre fortissimo, la padronanza dell'anatomia un obiettivo, lo stravolgerla e posizionarla in un contesto incerto un percorso bellissimo e senza meta.
Da quando ho scoperto ciò che da sempre esiste sotto “cattiva fama”, l'ossidazione del ferro, ho capito quanto fosse vicino alla mia filosofia questo processo chimico.
La consapevolezza del trascorrere del tempo e dell'impossibilità di fermare la trasformazione , che è poi la vita stessa , è così metaforicamente espresso dall'ossido!
Prendere una lastra di ferro vergine, così perfetta anonima e vedere come elementi naturali (acqua e aria ) combinati tra loro con l'aiuto del tempo e di altri materiali messi a contatto, inconsapevolmente creano, sotto la mia attenta visione, segni e colori solo parzialmente controllabili, è la cosa che più mi affascina.
Sono così sorpresa a volte che solo l'osservare attentamente ciò che la mia anima percepisce subito mi permette successivamente di far emergere con la pittura, in maniera sempre meno discordante, queste presenze, questi fantasmi intrappolati nei meandri dell'ossidazione e del caso.
Il caso. Ciò che ci fa capire quanto la perfezione non emozioni, che la particolarità , il segno distintivo, è quell'elemento essenziale per vedere sotto un altro punto di vista ciò che sempre guardiamo ma che non osserviamo profondamente.

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