Una delle modalità espressive, infatti, della pittura della Cacciatore è la rappresentazione del Particolare, ossia l’attenzione al dettaglio che, se focalizzato ed ingrandito, arriva a generare la meraviglia verso l’invisibile. La natura pertanto, protagonista assoluta e singolare in questa pittura, diviene per l’ Artista una fonte inesauribile di particolari che si trasformano poi in sguardi minuziosi sul microcosmo della Coscienza. Il catalizzatore che conduce al passaggio dal visibile della natura all’invisibile della Coscienza è il colore. La Cacciatore non ha paura di usare ed accostare variazioni cromatiche nelle sue rappresentazioni, anzi le usa in modo sapiente per comunicare con l’osservatore. Dalle sue tele ci si accorge che il colore parla per primo, catapultando chi osserva in un dialogo onirico che potrebbe arrivare a smuovere una coscienza, sensibilizzandola al significato della tela che promuove sempre alla Bellezza. La Cacciatore emerge dalle sue opere come anima possente, dotata di grande capacità introspettiva. Ella utilizza la pittura come mezzo per scandagliare il proprio spirito alla ricerca di spazi interiori che aiutino ad allargare gli orizzonti sconfinati della Conoscenza. Fino a che punto può spingersi uno sguardo su piccole porzioni dell’Universo? Che cosa c’è oltre l’istante del Particolare? Essere indomito di grande temperamento, questa Artista si sviscera a fondo non dimenticando una insolita sensualità tutta femminile.
In molti dei suoi dipinti risalenti all’anno 2004 si evidenzia un espressivismo figurativo mostrante la natura in tratti spontanei ed essenziali, raffigurati con estrema eleganza attraverso dipinti quali “Calle al sole” o “L’attesa”. Già in questo periodo sono chiari l’uso di variazioni cromatiche accese e la particolare attenzione per la calla, fiore di elevata sensualità che la Cacciatore raffigura ripetutamente sia nella sua essenzialità che in forma più meditativa come in “Chiaro di luna”, quadro che esprime forse più di altri la possenza e l’energia sensuale dell’Artista. Evidente è anche la passione che la Cacciatore ha per i paesaggi e per i soli rossi e solitari, temi che in futuro non dimenticherà.
Le linee di curvatura che tessono l’orditura del fiori e dei paesaggi sulla tela ben presto diventano il filo compositivo delle sue opere. Attraverso queste linee espressive, che nei quadri del 2005 cominciano a farsi evidenti, si assiste ad una graduale coscientizzazione della propria espressività pittorica. Sono queste linee madri a destrutturare la composizione di paesaggi e nature floreali fino a realizzare dei veri e propri scenari onirici. Ne sono un esempio “ Campo di lillà”, “La strada”, “ Paesaggio” ma è lei stessa a dichiararlo nel suo quadro “Io”. Un altro elemento caratterizzante i quadri di questo periodo è la presenza figurativa di un nucleo: nella destrutturazione del paesaggio assistiamo alla composizione di un nucleo embrionale, come in “Sogno”, “Terra del sud”, “Paesaggio lagunare”, “L’aurora”. Sarà l’anno 2006 a caratterizzare una svolta nella vita pittorica dell’ artista. Sulle sue tele si assiste ad uno smottamento interiore, la sua pittura si incanala verso quella che diverrà la sua forma autentica. La visione classica che la Cacciatore esprimeva nelle sue opere lascia ora il posto ad un vero scenario onirico, un flusso di coscienza, un caos creativo che porterà il suo nucleo presente nell’opera” Sorvolando”, in una nuova dimensione emozionale attraverso la sua opera “La goccia”. Emblematico a tale proposito è l’osservazione, sotto questa chiave di lettura, del quadro “Le lune” che pare il punto di fuga di una anima attraverso l’universo.
Finalmente si approda nel silenzio di cui si ha espressione iniziale in opere quali “ Il silenzio”, Lhasa”, “ Il distacco” e che diventa ben presto una delle caratteristiche espressive principali dell’Artista: rappresentare il silenzio non è semplice ma la Cacciatore vi riesce ed ogni suo quadro diviene la dicitura di un universo onirico silenzioso. Dai quadri del 2008 in poi si assiste ad una forte astrazione concettuale, l’Artista issa l’ancora partendo alla scoperta di una nuova dimensione profonda dell’ essere. Le sue visioni affondano il significato attraverso segni, immagini ravvicinate o particolari che riportano ad astrazioni simboliche del suo sé. Ed è ella stessa a rendersi conto della profondità interiore che raggiunge, attraverso tele come “La conversione di Lorenzo” o “Bagliori di luce” che polarizzano l’osservatore inducendolo alla riflessione, inevitabilmente.
Animo sensibile quello della Cacciatore che propone in questi scenari di meditazione figurativa temi a lei cari, utili ad esorcizzare probabilmente le ossessioni di uno spirito dolcissimo ed inquieto.
In “Adagio”, tela di forte delicatezza percettiva, l’Artista esprime il pacato trascorrere del tempo, allargando la visione su una porzione di natura e lasciando che l’ adagio si trasformi in una propria condizione esistenziale.
In “Cullami”, tela di particolare intensità per l’uso cromatico e per l’istintualità del particolare, si avverte il senso di appartenenza e del calore di un bocciolo cullato dai suoi petali. È interessante notare come la rotondità delle linee assuma nei quadri di questo periodo una imponenza più marcata rispetto al “nucleo” del passato: l’Artista raggiunge un equilibrio ed una sensualità femminile, ereditati dall’adagio del tempo. Sono tasselli di ciò “ Maternità” e “Giulia”, un quadro insolito allo sguardo, quest’ultimo, per l’eccentrico buco nero sulla tela che è chiaro riferimento ad un altro universo a cui l’ Artista dà origine attraverso una nuova vita: sua figlia Giulia.
La sensualità della Cacciatore è altresì espressa sulle tele con una eleganza onirica disarmante, basti pensare alle due tele “ Il prima “ e “ Il dopo”, o alle tele “ Il distacco” e “ Incroci naturali”.
Soffermarsi su opere come “Sono passata a trovarti ma non c’eri” o “Tutto è permanente tranne il cambiamento” porta inevitabilmente a piccole riflessioni. La Bellezza di questi quadri sta nei raccordi armonici che le linee creano attraverso forme sinuose ed eleganti di frammenti di natura ed è attraverso queste linee che l’Artista scrive dei suoi distacchi, del suo perdersi e del suo cercarsi, aiutata dal colore tanto più intenso quanto più profonde sono le sue emozioni. È in tele come “Gli abbracci” che le linee di un paesaggio ormai destrutturato si mescolano visivamente in una matrice emozionale, lasciando percepire che forse si può davvero dire l’amore attraverso la loro rigorosità e l’ espressività dei colori.
L’ artista Cacciatore ha il dono, insolito per un pittore, di scrivere lunghi racconti attraverso le tele, racconti fatti di bagliori ed incroci, distacchi ed abbracci, che diventano poesia negli occhi di chi osserva. Personalmente mi auguro che quest’anima così intensa e regale, dal profondo spirito ancorato al suo nucleo sempre in evoluzione nell’universo dell’esistenza, non si stanchi mai di raccontare.
Anita Nuzzi
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