La natura ama nascondersi
Mostre, Roma, 05 June 2015
Fabiana Bosio/Monica Sarandrea
b>gallery, Roma

Il detto eracliteo coglie il senso profondo dell'esperienza artistica e pittorica in particolare in quanto tentativo di esprimere e manifestare cio' che 'naturalmente' tende al 'nascondimento'. Dialogando con la natura e i suoi elementi, Fabiana Bosio e Monica Sarandrea esplorano dimensioni piu' sottili dell'essere. Il percorso espositivo comprende dipinti, sculture e fotografie.

Cosa significa pittura astratta? Il termine deriva dal latino ab traere (trarre via da) .
In questo caso trarre via dalla realtà. Infatti tale è il percorso di Monica Sarandrea che parte dal figurativo (paesaggio) per arrivare all’astrazione (paesaggio interiore).

In una dimensione sognante Monica Sarandrea ci conduce attraverso frammenti di paesaggi che evocano luoghi remoti in una dimensione senza tempo . Poco si distingue della dimensione reale figurativa: forse cielo, mare…ma anche questo rimane un enigma perché i dipinti non lasciano appigli per aggrapparsi alla dimensione materiale e tangibile ma sfiorano quasi la linea di confine tra materia e spirito, reale ed onirico.
La sua ricerca parte appunto da forme complesse che sembrano evocare paesaggi fino ad arrivare a delle tele quasi monocrome. E’ a questo punto che la sua dimensione acquista quasi una valenza subacquea, quasi un esperienza di apnea all’interno della propria interiorità.
La ricerca porta poi alla realizzazione di impronte realizzata con foglie, rami intrisi di colore, pressati come dei timbri e poi passati sul foglio. Gli elementi naturali diventano quasi testimonianza remota di ciò che erano, frammento di una natura che ormai è “oltre” - trascesa - quasi in una presenza sottile, appartenenti a mondi invisibili ma paralleli al nostro.
Appunto, un continuo lavoro di cesellatura e levigatura, un ab traere che toglie fino ad arrivare all’essenziale.
Il discorso artistico di Fabiana Bosio attraverso varie sequenze figurative cerca di seguire, anche sui limiti più sottili, il misterioso articolarsi della forma nella sua valenza espressiva ma anche nel suo de-costruirsi e sottrarsi alla comune percezione. Potremmo dire che viene ad essere espresso, nel senso più pieno, il concetto di meta – morfosi dell’antica cultura greca, dove continuo è l’interrogativo se il cambiamento, il divenire, sia la trasformazione continua della forma o piuttosto il passaggio veloce attraverso le forme di qualcosa che perennemente è e che continuamente passa, dando l’illusorio cambiamento del paesaggio.
In questa continua oscillazione percettiva il discorso pittorico di Fabiana Bosio diviene soprattutto possibilità di esperienza interiore di “ciò che è” profondamente umano, o forse, come direbbe Nietsche, “troppo umano” e su cui, come direbbe ancora una volta Eraclito : “C’è un nuovo sole tutti i giorni”.

Commenti 2

Monica Sarandrea
9 anni fa
Grazie!
Vittorio Pasotti
9 anni fa
...congratulazioni...e....buona fortuna...!!!!!!

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