“Stefania Catastini trasferisce nell’immagine il risultato di un ragionamento che supera la realtà per proiettarsi in un futuro crudo e disincantato. L’immaginazione partecipa all’elaborazione dell’opera realizzata con una tecnica assolutamente non tradizionale, che sorprende e intriga, ed è funzionale al fine di esprimere un concetto sociale. Nella visione cubista del volto di Barbie si svela una meditata reazione al disagio e all’insoddisfazione del quotidiano e al piatto scorrere del tempo. La lettura trasgressiva e critica di atteggiamenti umani contribuisce a scomporre gli oggetti quotidiani che vengono stravolti come nel riflesso di uno specchio distrutto”
“Stefania Catastini trasferisce nell’immagine il risultato di un ragionamento che supera la realtà per proiettarsi in un futuro crudo e disincantato. L’immaginazione partecipa all’elaborazione dell’opera realizzata con una tecnica assolutamente non tradizionale, che sorprende e intriga, ed è funzionale al fine di esprimere un concetto sociale. Nella visione cubista del volto di Barbie si svela una meditata reazione al disagio e all’insoddisfazione del quotidiano e al piatto scorrere del tempo. La lettura trasgressiva e critica di atteggiamenti umani contribuisce a scomporre gli oggetti quotidiani che vengono stravolti come nel riflesso di uno specchio distrutto”
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