3° festival di musica contemporanea
“ la musica lontana”
Comunicato stampa
Similis/Dissimilis
Mostra di arte contemporanea
a cura di Lia De Venere e Domenico D’Oria
Opere di Valentina Chiffi, Gaetano Fanelli, Semira Forte, Annamaria Ippolito, Pierpaolo Miccolis, Giuseppe Teofilo Sede: Soprintendenza Archivistica della Puglia, via Sagges 1 (città vecchia)
Inaugurazione: lunedì 26 novembre, ore 17.30
Durata: 26 novembre - 20 dicembre 2007
Orari: lun.-gio. 9/13 e 15/17, ven. 9/13
Ingresso libero
E’ affidata alla mostra di arte contemporanea Similis/Dissimilis, curata da Lia De Venere e Domenico D’Oria, l’apertura di URTIcanti, che si terrà lunedì 26 novembre alle ore 17,30 presso la Soprintendenza Archivistica della Puglia.
In mostra opere di Valentina Chiffi, Gaetano Fanelli, Semira Forte, Annamaria Ippolito, Pierpaolo Miccolis, Giuseppe Teofilo, ispirate al tema della serialità.Così introduce la mostra Lia De Venere:
“ Per vent’anni Cézanne ritrasse la montagna Sainte-Victoire in una serie di dipinti che attestano lo sviluppo originale della sua ricerca. A Morandi bastarono alcuni vasi e bottiglie per dipingere decine di nature morte, simili tra loro eppure diverse. Se Warhol diede volutamente alle sue immagini il connotato della serialità, al tempo stesso – attraverso una molteplicità di variazioni – consegnò ad esse il crisma della unicità.
Come la musica, anche l’arte del Novecento ha posto nella ripetizione seriale di un tema con la variazione di alcuni elementi uno dei capisaldi della sua forza innovativa, codificando una consuetudine che conferisce all’immagine il carattere dell’originalità senza negarne il legame con il passato recente e/o remoto.
L’iterazione di ritratti fotografici manipolati da Pierpaolo Miccolis è metafora di una ricerca identitaria, che estrapola dall’unità la pluralità dei comportamenti dell’individuo. Attraverso il linguaggio sintetico del disegno Giuseppe Teofilo offre una sorta di tassonomia di alcune specie ittiche, mutando impercettibilmente la morfologia dei singoli esemplari. I light boxes di Semira Forte evocano il ritmo frenetico della vita quotidiana, fatta di istanti uguali e al tempo stesso diversi e soprattutto irripetibili. Nelle foto di Annamaria Ippolito l’insistita dichiarazione di appartenenza ad una comunità è smentita dalla distanza di sicurezza alla quale spesso si tiene lo straniero. Il motivo della spirale migra da un disco di ardesia all’altro nell’installazione di Gaetano Fanelli, quasi come un tema musicale che su un impianto fisso avvita piccole divagazioni. La serie di colletti inamidati di Valentina Chiffi adombra un poetico riferimento alla vanità infantile, in cerca di un segno di distinzione all’interno dell’uniformità dell’abbigliamento”.
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