Nel bel “portego” affrescato del cinquecentesco Palazzo Guadagnini situato nel centro storico di Bassano del Grappa, Bruna Lanza presenta una trentina di opere su tela e tavola della serie “orizzonti” assieme a delle sculture a tecnica raku. Artista bassanese , espone per la prima volta nella sua città natale in una cornice che ieri ha ospitato un passato ricco di arte e di storia e che oggi è sede di un avviato studio notarile
Lanza, che si muove nel solco delle ricerche di quegli artisti informali che, come Mark Rothko, hanno indagato il rapporto tra arte e trascendenza attraverso l’attribuzione di un valore assoluto al colore, sa infondere nelle sue opere il pathos di un’ispirazione sincera che, traducendosi in una smagliante tavolozza, fa rivivere le cose. Solo apparentemente la sua pittura può apparire astratta, se la si legge come un criterio di utilizzo della materia in cui la potenza evocativa ha riferimenti empirici latenti, in quanto rifiuta l’immagine, poiché costituisce un asservimento alla realtà oggettiva. Essa, tuttavia, trae ispirazione dal mondo sensibile, particolarmente dai colori e dalle strutture del paesaggio, permettendosi la più ampia libertà di trasformare il vero, pur nel rispetto della percezione dei rapporti della forma, anzi creando giochi di linee, e dando timbro al colore.
E’ questo un tocco di grazia poetica in cui Bruna Lanza lascia trasparire una vigoria coloristica vissuta con passionalità lirica: una pittura che parla all’anima, si nutre di colore e di luce. Tutta questa bellezza è frutto di un virtuosismo che si svela solo scrutando il lavoro di un pennello che ha saputo domare luce e ombra e restituire forme e trame magnificandole. Tutto ciò non dissolve né spiega il mistero dell'incanto iniziale. Non c’è artifizio nelle sue opere, ma istinto e naturalezza nell’ispirazione, la sua è una pittura fortemente espressiva, una verità d’immagine che dà conto della forza oggettiva della realtà, luci ed ombre che definiscono le immagini in un suggestivo insieme di linee e colori, i colori come le note.
Nei suoi dipinti i colori primari, le tinte calde, le tonalità scelte tra quelle osservabili in natura, come i verdi della vegetazione, i blu del cielo e dell’acqua, miscelati attraverso gestuali gradazioni di chiarezze, esprimono l’urgenza, il flusso vitale, la forza di un pensiero a-logico, di un impulso originario. Le tracce materiche sono come densi frammenti narrativi che del contesto di provenienza trattengono l’energia, rappresentano un’allusione, un nesso agli elementi incontaminati della natura.
Bruna Lanza non trascrive, ma trasfigura i dati reali e grazie al recupero di una dimensione archetipa, delle forze primordiali e formative della natura, la sua opera risuona di un’intensità emotiva carica di connotazioni spirituali. Con questo intento l’artista si è dedicata alla scultura, ed anche in questo linguaggio espressivo dimostra di possedere qualità di grande comunicabilità e peso emotivo. Le sue sculture emanano una grande forza e rivelano una perfetta sintesi di movimento ed essenzialità di gesto. Lanza rispecchia la tendenza del proprio tempo, che è poi quella di essere soprattutto se stessa, cercando una sua originale individualità. Attraverso lo sperimentare, secondo una fantasia figurativa che non conosce schemi, ed una verità poetica ed espressiva, l’artista vive all’interno del suo eclettismo e secondo una molteplicità e contemporaneità di stili. Essi conferiscono alla sua arte un volto inconfondibile che è poi quello della vitalità e della forza persuasiva in essere, ma anche in mutamento. Così le sue figure, siano esse dipinte o scolpite, emergono da un territorio senza tempo e sembrano provenire dal topos della memoria e dal mondo delle idee e, cariche di valori simbolici, sono capaci di stimolarla verso una nuova libertà d’espressione, verso una maniera più immediata di collegare le forme ai sommovimenti profondi dell’essere. Del resto Picasso diceva che “i colori, come le forme, seguono i cambiamenti delle emozioni”. (M.G.)
La mostra “Larghi rammendi d’aria” è accompagnata dalla presentazione di un pieghevole con testo del Dr. Mario Guderzo (Direttore del Museo di A. CANOVA di Possagno).
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