Mostre, Pisa, 12 May 2022
ECO-ESSENZA a cura di Francesco Corsi
ArtinGenio Museum, Officine Garibaldi - Pisa
12-30 maggio 2022

Eco Essenza La mostra “Eco Essenza”, in contemporanea con “A come Amore”, di Mariella Bogliacino, sviluppa il tema della riflessione sulla Natura e l’approccio filosofico e panico al mondo. Mariella Bogliacino e Fernando Montà, due artisti impegnati in una ricerca sulla materia sul colore e sul segno, ci fanno immergere nelle profondità della vita, nelle “ferite” del mondo, attraverso il segno, il mito, gli elementi della natura. Opere di grande forza emotiva per entrare nelle pieghe laviche della materia, dove il sangue della terra trasforma la violenza nel sacro e la trasfigura nelle visioni spirituali incarnate nei simboli della storia umana. La mostra di Fernando Montà, pur indipendente da quella della Bogliacino, affronta temi complementari. Nato in Africa, porta nel cuore la sensualità di quel continente, tra la potenza inquietante della leonessa che incarna l’essenza della natura: violenta, fascinosa e degna di rispetto. Sembra di cogliere un eco divino nelle sue opere che raccontano l’essenza della natura. La tigre che emerge dall’oscurità segna quel fascino tremendo che è carattere del sacro. La perfetta esecuzione figurativa mostra un’abilità che dialoga in modo armonico con una visione simbolica e informale. Nella forma delle sue ellissi che simboleggiano chiaramente l’esistenza cosmica che emerge dal buio, troviamo le ferite realizzate nell’opera con la sgorbia, a testimoniare che l’essenza del mondo non è la perfezione, ma è armonia tra amorfo e bellezza, tra ferita e gioioso afflato vitale. L’artista, vissuto nel periodo giovanile nelle campagne piemontesi di Brusnengo, ha esperito il mondo contadino, la semplicità essenziale della vita onesta che si percepisce nella dimensione naturale che mette in scena. Così, oltre alle opere “Essenza”, vediamo l’opera informale “Ferita”, che sembra evocare quasi un DNA di sofferenza nell’essere che sostanzia il virgulto della natura. Le opere di Montà giungono dall’oscuro alla luce. La pittura dei medievali nasce dal buio per arrivare ai fondi oro, come il cosmo nasce dall’oscurità dell’universo, dagli abissi. Il nero è lo sfondo del colore, che si fa “E-vento”, in un vortice che è trionfo della passione, dell’amore che raccorda il tutto, in un senso di avvicendamenti, di flussi e di ritorni in cui il tutto raccorda le parti. Un globo che perturba eppure rasserena nella sua circolarità, nonostante il solco delle ferite. I solchi tracciati dalla sgorbia, sono incisioni che lasciano intravedere, a chi è più accorto, lo sfondo di plexiglass che riflette la luce e, forse, pure l’immagine frammentata dell’osservatore. Perché, in effetti, l’intento di Montà è quello di coinvolgere chi guarda l’opera d’arte, in una partita seria; non un invito a un puro estetismo, né alla raccolta di una provocazione, così avvezza ai contemporanei, ma una chiamata all’impegno, quasi come fosse una chiamata divina. La Terra è sacra ed è sostanzialmente E-vento, raccolto in una luminosa radura, dove il Vento dello Spirito ci soffia sul viso.
Francesco Corsi

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