Un percorso, culturale, formativo ed empatico valorizzante ciascuna presona con i propri talenti, differenze e digntà per ottenere pace e sicurezza
Premio, Torino, 30 June 2016
Competenze: Spazio Espositivo, Guardiania, Materiale per allestimento
PROGETTO

di Gian Luigi Castelli che partecipa al “Celeste Prize” 2016



TITOLO DEL PROGETTO: “UN PERCORSO, CULTURALE, FORMATIVO ED EMPATICO

VALORIZZANTE CIASCUNA PERSONA CON I PROPRI TALENTI,

DIFFERENZE E DIGNTÀ, PER OTTENERE PACE E SICUREZZA”



INTRODUZIONE



Il progetto si articola su opere plurispaziali.

Come è nato il Plurispazialismo ?

Nel 1999 Castelli Gian Luigi ha creato il Plurispazialismo ispirandosi ai tagli del pittore spazialista Lucio Fontana, che suggerendo spazi al di là della tela lo hanno spinto ad avventurarsi nei plurali spazi mentali ove fluiscono pensieri e significanti, e mettendo in atto la sua formazione umanistica e scientifica a livello universitario e l’insegnamento artistico ricevuto dal pittore spazialista Mario Matera.

Ai fluenti pensieri e significanti Castelli ha dato dinamicamente corpo nelle sue opere plurispaziali organizzando pulsioni, sensazioni, emozioni e anche idee, Cézanne aveva dato staticamente corpo alle idee organizzando sensazioni (fonte il docente universitario filosofo ed ermeneuta Vozza).

Come riconosciuto dalla critica, Il Plurispazialismo introduce in modo innovativo nell’arte reti relazionali e la visione quantistica con il suo campo di forma con potenziale informativo, con la sua indeterminazione, casualità e sovrapposizione degli stati che l’osservatore interagendo può far collassare in uno stato determinato.

Questa prerogativa del Plurispazialismo permette al fruitore delle opere plurispaziali di navigare alla internet nelle loro reti relazionali, informato dai loro campi di forma di interpretare, correlare e organizzare elementi e segni indeterminati, non già dati e tra loro correlabili casualmente e di liberamente raccontare, diventando così anche lui un artista io creatore (Van Gogh aveva portato l’artista produttore delle opere da riproduttore a essere un io creatore).

Il fruitore, similmente all’autore dell’opera plurispaziale visiva narrante, può infatti dar corpo con un racconto ai propri pensieri e significanti fluenti suscitati dal campo di forma dell’opera plurispaziale organizzando proprie pulsioni, sensazioni, emozioni e idee.

Con una serie di opere plurispaziali, nel loro insieme costituenti un’unica opera, Castelli ha tracciato il percorso tematico “Umanesimo trascendentale”, “Coscienza del sé e del connesso non sé” e “Amore comprensivo e disinteressato”, percorso valorizzante ciascuna persona con i suoi talenti, differenze e dignità e inserito nel progetto come uno degli elementi costitutivi del progetto stesso.

Sui palcoscenici delle istallazioni, comprese quelle inserite nel progetto, i fruitori, interagendo e relazionandosi con l’opera e tra loro, possono creare opere inedite, diventando così attori attivi e operatori.

Nel progetto Castelli ha inserito due installazioni, la prima in cui il fruitore interagisce col dipinto e indirettamente con altri fruitori e la seconda in cui interagisce con le immagini di un filmato entrando in relazione empatica con due attori.

Per ragioni di spazio espositivo non si è potuta inserire nel progetto l’istallazione “Reale riflessione virtuale ovvero reale, riflessione e virtuale con o senza altro” sul cui palcoscenico i fruitori possono interagire tra loro fisicamente e intellettualmente nel reale, nel riflesso e nel virtuale, trasformandosi in attivi e creativi attori che creano insieme opere inedite, istallazione che avrebbe sottolineato l’importanza dell’ operare attivamente interagendo e integrandosi con gli altri per cercare di ottenere pace e sicurezza.

Il critico e storico d’arte Vittorio Sgarbi, collocando nella storia dell’arte il Plurispazialismo, lo ha definito una retro-avanguardia intellettuale, che pur guardando attentamente al passato, apre a interessanti nuove prospettive di cui la società ha bisogno.

Il critico Angelo Mistrangelo, all’inaugurazione di una personale plurispaziale sponsorizzata e patrocinata dalla Regione Piemonte, ha detto che il Plurispazialismo, come fece a suo tempo il Futurismo, interpreta la società al lui contemporanea e futura (Corriere dell’Arte del 9 febbraio 2007). Il Futurismo evidenziò la dinamica fisica di una società meccanizzata e belligerante, il Plurispazialismo evidenzia e sviluppa la dinamica mentale propria di ciascun componente di una società che avanza non solo tecnologicamente, ma specialmente nel progresso di civiltà, che naviga virtualmente nella rete di internet aprente a democratiche relazioni, che apprezza la pace e la collaborazione e che valorizza la creatività di ciascuno favorendo progetti e iniziative nascenti e di startup.

In un articolo apparso sul Corriere dell’Arte 11 Aprile 2014, il Plurispazialismo è indicato come una nuova corrente artistica che segna il passaggio dalla visione classica deterministica e rigida, di cui è ancora impregnata la nostra società e che è rappresentata dalla fisica classica che ha connotato la concezione del mondo per lungo tempo, alla visione che sta iniziando ad affermarsi, una visione, indeterministica, probabilistica, flessibile e relazionale in cui si sovrappongono varie interpretazioni, visione che trova la sua origine nella interpretazione fisica quantistica del mondo, fondamentale per le realizzazioni elettroniche (computer, cellulari, GPS, radio ecc), nuova corrente che inoltre introduce reti relazionali, simili a quelle democratiche di internet, in cui navigare.

L’emblema, riconosciuto dalla critica, di tale passaggio, cioè dell’inserimento nell’arte della visione quantistica e di reti relazionali, è il dipinto “Demian” (esso fa parte del progetto); infatti, se prendiamo per esempio le indeterminate linee rosse del dipinto, esse possono essere flessibilmente e probabilisticamente interpretate e determinate in vari modi (ovali o visi o petali di un tremulo fiore in sboccio e cosi via) e ciascun fruitore/operatore, se, navigando alla internet nella rete relazionale del dipinto, le mette in relazione e le correla con altri elementi indeterminati e non già dati del dipinto, può creare proprie complesse interpretazioni e racconti diventando così anche lui un artista io creatore (per esempio può raccontare che i visi oscillano tra la felicità e la tristezza o sono aggrappati al grigiore della vita o sono trasportati verso orizzonti lontani da un uccello o altro ancora); l’osservatore determina così uno tra i vari stati sovrapposti nel dipinto come fa, secondo la fisica quantistica, l’osservatore che interagisce con la realtà.

Maggiori informazioni sul Plurispazialismo si possono trovare sul sito www.plurispazialismo.com



Il progetto viene illustrato principalmente tramite le descrizioni di una sequenza di opere plurispaziali, descrizioni da correlare tra loro.

Si effettua così un percorso culturale e innovativo indicante una via verso la pace e la sicurezza, percorso che valorizza ciascuna persona, con la propria dignità, talenti e differenze e che in modo innovativo introduce mirati paradigmi.





DESCRIZIONE



Il progetto viene descritto principalmente tramite la sequenza delle descrizioni delle seguenti opere plurispaziali inserite nel progetto stesso:



I primi quattro dipinti sono tratti dalle opere costituenti il percorso tematico “Umanesimo trascendentale”, “Coscienza di sé e del connesso non sé” e “Amore comprensivo e disinteressato”, percorso valorizzante ciascuna persona con i suoi talenti, differenze e dignità.



I primi due dipinti fanno parte delle opere con cui Castelli Gian Luigi ha trattato il tema “Umanesimo trascendentale”, opere che, rifacendosi anche ai miti, evidenziano la possibilità umana di dare ordine al caos e di sviscerare il trascendentale che può apparire irraggiungibile e la necessità di rispettare i valori trascendenti .



. 1 “Ulisse” (olio sui tela 70x60)

Il dipinto si riferisce al tormentato cammino di conoscenza di Ulisse verso l’ignoto alla scoperta del trascendentale, che sembra dare scacco alla ragione, e del trascendente. Incontrati i valori trascendenti Ulisse non li fa propri, non rispetta la vita, uccide, è quindi costretto all’esilio e non viene più riconosciuto dal figlio avuto da Circe, la maga che gli aveva aperto la strada verso tali valori.



. 2 “Acrisio e Perseo” (olio su tela 70x60)

Il dipinto si riferisce al mito di Acrisio e Perseo che tratta del rapporto umano di Acrisio con Perseo. Acrisio nel timore di essere ucciso dal nipote Perso come aveva previsto l’oracolo, rispettando il valore trascendente della vita non uccide il nipote, ma ambiguamente lo abbandona alla furia del mare, gestendo così la situazione in modo non trasparente e lungimirante. Muore colpito accidentalmente dal disco lanciato dal nipote in una competizione sportiva.



Sia Ulisse sia Acrisio muoiono miseramente: Ulisse non supera il confronto ben più impegnativo con le relazioni umane, dimostrando che la violenza e l’astuzia priva di vera intelligenza e amore alla lunga portano al fallimento, Acrisio non agisce con saggezza e trasparenza, non sa prevenire in modo consapevole e avveduto e rimane, quindi, vittima di un destino che non ha saputo orientare correttamente.



Il terzo dipinto fa parte delle opere con cui si è trattato il tema “Coscienza del sé e del connesso non sé”, opere ispirate anche a scritti famosi che portano ad atteggiamenti consapevoli e responsabili



. 3 “Robinson Crusoe” (olio su tela 70x60)

Il dipinto si ispira all’omonimo romanzo di Daniel Defoe e racconta l’esperienza travagliata di Robinson solo su un’isola disabitata, della sua consapevolezza di essere dipendente per la sopravvivenza dal contributo degli altri anche se assenti e lontani e della sua responsabile riconoscenza allorché poté ritornare in patria.





Il quarto dipinto fa parte delle opere con cui si è trattato il tema “Amore comprensivo e disinteressato”, opere che ricordano anche vite emblematiche che aprono all’altro con condivisione e con la conversazione



. 4 “Marie e Pierre Curie” (olio su tela 60x60)

Il dipinto si ispira alla vita dei coniugi Marie e Pierre Curie, due scienziati che, aprendosi l’un l’altro, condividendo i problemi e le vicende della vita e conversando tra loro in un afflato d’amore e con unione di cuori e pensiero, fecero una radiosa scoperta utile all’umanità e con amore disinteressato la misero generosamente a disposizione gratuita per il bene comune, comprendendo le necessità delle persone.





Nel quinto dipinto sfocia il sopraccitato percorso progettuale tematico: “Umanesimo trascendentale”, “Coscienza del sé e del connesso non sé” e “Amore comprensivo e disinteressato” valorizzante ciascuna persona e teso alla rigenerazione umana.



. 5 “Evoluzione: dal Matriarcato e dal Patriarcato all’era della persona (Personarcato) e oltre” (olio su tela 60x100)

Il dipinto preannuncia l’era della persona, che Castelli Gian Luigi ha chiamato “Personarcato”, un’era in cui si superano le divisioni e le catalogazioni labili nel tempo e anche le discriminatorie distinzioni sessuali, un’era in cui il pensiero, il cuore e il linguaggio di ciascuno possono liberamente irradiarsi accompagnati da un affettuoso e trasparente sorriso, un’era in cui lo scontro che insanguina il mondo è sostituito dalla collaborazione integrata dall’amore comprensivo e disinteressato e rafforzata da condivisione e conversazione; era di apertura all’altro e di una felicità basata sul sentirsi ciascuno valorizzato con le proprie differenze, talenti e dignità, era di pace e sicurezza.

Il quadro parte dalle origini dell’umanità e va oltre l’attuale, facendo prendere coscienza di ciò che ci è stato dato e delle potenzialità donateci. Evoca il lungo e tormentato cammino umano con le sue continue rinascite e rigenerazioni verso situazioni più evolute che hanno portato a miglioramenti e fatto sperare in un mondo migliore e rievoca l’evoluzione umana dal matriarcato, legato alla natura e in cui la madre era il riferimento, al patriarcato con la nascita della legge e della civiltà, frutto del pensiero filosofico, e con la nascita dell’organizzazione basata anche sulla scienza e sulla tecnologia e pilotata da manager in giacca e cravatta sui quali pesano grosse responsabilità.

In questo panorama evolutivo verso un mondo migliore, verso una rigenerazione, una rinascita umana, hanno giocato, giocano e giocheranno un ruolo importante la scienza e la tecnologia, in particolare quelle bioniche, che, simboleggiate, campeggiano nel quadro in quel cielo che gli umani scrutano.

Scienza e tecnologia, mezzi atti a creare speranze di un mondo migliore, che promettono anche la conquista di nuovi mondi e la prosecuzione della civiltà umana oltre la realtà terrena, nel virtuale e anche oltre la fine della terra in quell’universo immenso che ci circonda col suo mistero e le sue meraviglie e che ci fa sentire il divino.





Un divino celebrato nel seguente dipinto “Umano e Divino”



. 6 “Umano e Divino” (olio su tela 60x60) (esposto alla Biennale di Venezia 2015

nel padiglione Guatemala)

In questo dipinto “Umano e divino” si è cercato di far sentire il trascendente, il respiro, il soffio del divino. In esso si spazia metaforicamente tra l’alfa e l’omega in un indifferenziato alocato, in esso viene rappresentata l’ascesa dell’umanità verso un maggior sentire il divino verso l’infinito il cui simbolo si erge stagliandosi in alto nel quadro.

Immergendoci in questo quadro plurispaziale, che andando oltre la razionalità ci porta all’assurdo della coesistenza indifferenziata e contaminata di tutti i particolari differenziati, e guardando la zona, avvolta dal simbolo infinito in cui si può individuare una piramide intesa dagli antichi egizi per richiamare la luce come guida per i morti, con lo sguardo rivolto oltre la tela all’infinito, metafora della Fonte originaria comune, l’indifferenziato e il differenziato, il divino e l’umano si fondono, svanendo in un unico chiarore luminoso che riversa luce nei nostri occhi. Se l’illuminazione del quadro è ben realizzata, portando lo sguardo all’infinito, il quadro si tramuta in un chiarore illuminante.

In questa luce aurorale, che sorge dal dipinto, il nostro pensiero ci aiuta a far luce sugli aspetti di illuminazione sopraccitati relativi all’essenza e sull’azione stimolata dal cuore, azione che porta a percorrere con serenità quella strada di conoscenza e partecipazione alla trascendenza, indicata dal quadro stesso, verso la Fonte originaria comune a tutti gli esseri che ci appare infinita, irraggiungibile, ma alla cui creazione si può partecipare vivendo intensamente in un ambito di concreta speranza in un futuro esteso anche oltre la vita terrena.

In esso si congiungono le due strade suggerite dal Plurispazialismo e presenti nei quadri plurispaziali: quella che porta a infiniti “collassi” del quadro (similmente a quanto avviene nel mondo quantistico) e quella del cogliere l’insieme (anche nel suo aspetto infinito); strade che, potrebbero sotto certi aspetti farci percepire la consistenza dell’universalismo delle differenze del filosofo Marramao e la sincronicità tra lo scienziato Pauli e lo psicoanalista Jung, come legame tra fisica e psiche e come stimolatrice di fonti di energia in un universo armonico in un’ottica neghentropica di ordinatrice creazione di vita, aprendo a un rinnovato umanesimo e a un nuovo comportamento mondiale, al di là di visioni entropiche (disordinatrici) legate alla morte.





Nell’ambito del progetto, per indicare in un modo più concreto e vissuto una via per la pace e la sicurezza, a questa premessa culturale introducente in modo innovativo nuovi paradigmi, è stata abbinata l’istallazione composita “Dalla logica dello scontro alla logica della collaborazione, una via per la pace e la sicurezza”.



. 7 “Dalla logica dello scontro alla logica della collaborazione, una via per la pace e la sicurezza”

(istallazione composita formata da un dipinto, da un’istallazione interattiva e da due poesie di Castelli Gian Luigi autore anche di questa istallazione composita).

Per stimolare il passaggio dallo scontro, foriero di guerre che insanguinano il mondo e di insicurezza, alla collaborazione, operando su un piano culturale e non su singoli fatti che lasciano il tempo che trovano, Castelli ha abbinato il dipinto “Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro” (olio su tela 60x70), commentato da una poesia avente lo stesso titolo del dipinto e riportata in fondo alla descrizione del progetto, all’istallazione interattiva “Da Fabbrica di Emozioni a Fabbrica di Giudizi a Fabbrica di Idee a Fabbrica di Racconti” che, oltre a far apprezzare al fruitore la collaborazione, traccia un percorso di crescita, facendo procedere dal più semplice esprimere emozioni che fa sentire il presente ai via via più difficili e volti al positivo, formulare giudizi che fissa il passato, creare idee che permette di pianificare il futuro e infine inventare racconti con i quali edificare l’avvenire.

Nel dipinto “Osservando le mentalità intrise della logica dello scontro” sono pensosamente osservati i volti di mentalità bloccate su rappresentazioni e intrise della logica dello scontro, come apparirebbero se fosse loro tolto il dissimulante formalismo di facciata.

Nell’istallazione interattiva “Da Fabbrica di Emozioni a Fabbrica di Giudizi a Fabbrica di Idee a Fabbrica di Racconti” l’osservatore, nonché operatore, può scrivere su un quaderno le proprie emozioni, giudizi, idee e racconti suscitati dall’abbinato dipinto “Demian” (olio su tela 50x70) e leggere gli scritti di altre persone, constatando, se ci si apre agli altri collaborando generosamente, che il dipinto si arricchisce e anche se stesso e che quindi la collaborazione è più fattiva dello scontro (tale istallazione ha evidenziato una scarsa propensione a raccontare nonostante la prerogativa del dipinto che stimola a raccontare parafrasando il poeta Rilke: egli nelle sue poesie indicò che le cose aspettano di essere decantate, raccontate e cercano un’ancora in esseri ancora più sfuggenti di loro, aspettano un racconto nel cui infinito i concetti si piegano).

L’osservatore navigando nella caotica e indeterminata rete relazionale del dipinto “Demian” che, come in internet, non indica un punto da cui partire e lascia aperto il divenire, può per esempio interpretare le linee rosse tra altre interpretazioni come visi e raccontare che i visi oscillano tra la felicità e la tristezza o che si aggrappano a una zona grigiastra simbolo del grigiore della vita o rappresentante il corpo di un uccello che potrebbe volare verso orizzonti lontani. Metafore, metonimie, catacresi, ossimori e un linguaggio simbolico vengono così attivati nell’osservatore che anche abduttivamente può arrivare alla simultaneità dell’evento interpretativo. Inoltre il dipinto porta per sua natura a evitare di rimanere bloccati su un’unica rappresentazione stimolando una flessibilità di pensiero necessaria in una società fluida come l’attuale, società però che ha difficoltà ad ascoltare gli altri e a raccontare e che è spesso ferma su fissate rappresentazioni sulle quali s’impunta con una mentalità intrisa della logica dello scontro.

Il dipinto plurispaziale “Demian”, ispirato dall’omonimo romanzo di Hesse, è stato scelto in quanto il personaggio Demian, analizzando la realtà intensamente e interiorizzandola, diventa rappresentante e guida della natura continuamente volta al nuovo, però quale uomo del suo tempo con mentalità intrisa della logica dello scontro, inizialmente vede nella guerra il mezzo per realizzare il nuovo salvo poi ricredersi quando tocca con mano le efferatezze della guerra sempre assassina e distruttrice. Demian, rendendosi conto delle tragedie provocate da mentalità intrise della logica dello scontro, raggiunge la coscienza del connesso non sé, cioè degli altri e il rispetto della vita e della dignità di ciascuno.

Il dipinto “Demian” fa parte delle opere con cui si è trattato il tema “Coscienza di sé e del connesso non sé”, opere ispirate anche a scritti famosi che portano ad atteggiamenti consapevoli e responsabili

Completa l’istallazione composita la poesia ”Sognando la pace” il cui testo è riportato in fondo alla descrizione del progetto

Tale istallazione composita è stata esposta al Museo d’Arte Moderna di Monreale a seguito del ricevimento del Premio Internazionale della Pace G.O.M.P.A. nel Mondo e della segnalazione alle Nazioni Unite.





Nello spazio espositivo il progetto inserisce anche l’istallazione “Stati d’animo” comprendente un video che fa sperimentare interattivamente l’empatia verso gli altri e l’azione dei neuroni specchio fondamentali per il nostro apprendimento legato alla relazione con gli altri



. 8 “Stati d’animo”

(istallazione con video interattivo del cui filmato si riportano tre immagini: tristezza, sorpresa paurosa e riso)

L’istallazione consiste di un monitor con schermo semiriflettente che fa fondere le immagini filmate di due attori con quella dello spettatore. Gli attori vivono ed esprimono col viso gli stati d’animo suscitati da un racconto. Lo spettatore, vedendo la propria immagine riflessa sullo schermo insieme a quella proiettata degli attori, a causa dei neuroni specchio è indotto empaticamente a partecipare e a condividere gli stati d’animo provati dagli attori. Aprendosi agli altri entra così in un’empatica fusione partecipativa.

Tale istallazione evidenzia alcune connessioni che nascono dalle relazioni con gli altri e mette in luce come

le connessioni con gli altri sono indispensabili per comunicare e quindi per lo sviluppo e il progresso umano.

Nelle tre foto (tristezza, sorpresa paurosa e riso) oltre ai tre fotogrammi del filmato compare anche al centro l’immagine dello spettatore riflessa sullo schermo e fusa con quelle dei tre sopraccitati fotogrammi.





Le opere inserite nel progetto fanno parte dell’espressione artistica denominata “Plurispazialismo” che Castelli Gian Luigi ha creato nel 1999 e che è stata succintamente descritta nell’introduzione al progetto.

Maggiori informazioni sull’arte plurispaziale si possono reperire nel sito www.plurispazialismo.com



Si allegano i testi delle due sopraccitate poesie di Castelli, poesie facenti parte della sopraccitata istallazione composita “Dalla logica dello scontro alla logica della collaborazione, una via per la pace e la sicurezza”



OSSERVANDO LE MENTALITÀ INTRISE DELLA LOGICA DELLO SCONTRO



Ti osservo essere nefasto

che dello scontro ne facesti un fasto.

Ti credi tutto d’un pezzo

e odio e disprezzo

sprizzi fuori,

ma di rabbia muori.

Nate dal tuo cervello esangue

le tue azioni spargono sangue

e fomentano la guerra

che travolge la terra.

Miseria e povertà

sorgono dalla tua viltà.

Belva…..dove ti sei formata ?

forse da qualche fonte malata ?

Il grigiore ti involve,

e la storia ti dissolve.



Gian Luigi Castelli



SOGNANDO LA PACE



Limpidi sono i lumi

senza neri fumi

da ciascuna ciminiera

e la terra gira leggera

intorno alla sua stella

splendente e più bella.

Un’aria limpida e pura

evita il ricorso alla cura.

Giovani, adulti e vecchietti

intorno a ecologici caminetti

parlan sereni e certi del futuro

senza interposto alcun muro

si scambiano idee e racconti

inventati e tratti da fonti

in una tranquilla conversazione

arricchente ed evitante divisione,

curiosi e attenti agli altri

si mostran affettuosi e scaltri,

non fanno agli altri

ciò che questi

aperti e onesti

non voglion sia fatto a loro,

uniti sono in un coro.

La radio diffonde cultura

senza limiti e chiusura;

belle notizie arrivano

di azioni che scontri schivano

e risolvon le contrarietà

con la massima onestà.

Si parla di collaborazione

senza alcuna discriminazione

con amore disinteressato e comprensivo

che rende ciascuno più vivo.

Regna la condivisione

che consolida l’unione

in questa umanità

che evita la vanità,

realizza con responsabilità

senza ricorre al se fossimo,

ama il suo prossimo

come esso vuole essere amato

e in cui ciascuno, rispettato

nella dignità

arrecante beltà,

realizza i propri talenti

che liberi si diffondono come i venti.

Tutt’intorno ferve un’utile attività

disinteressata, pulita e senza viltà

si sviscera il trascendentale

con uno sforzo mentale

rispettando il trascendente

e tutto è trasparente

e nessuno mente

con una valida scienza

lungi da ogni vertenza.

Con nuovi paradigmi

si risolvon gli enigmi.

Giardini fioriti allietano,

non ci sono ostacoli che assetano

non si vede povertà

e segni di oscura omertà.

Felici e leggeri nella natura si corre

con solo ciò che occorre,

si circola sicuri

anche nei posti più scuri.

Una dolce e soave atmosfera

permea una nuova era,

i fanciulli cantano in coro

la novella età dell’oro

che gli attende

e sereni li rende

in una poesia

che dà il là di via.

Nel rendere ciò efficace

si pensa di garantire la pace

e una diffusa sicurezza

in condivisa certezza.

Senza un bel sognare

scarso è il buon realizzare.



Gian Luigi Castelli

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