Happening, Napoli, 30 September 2016
Competenze: Studio Artistico, Spazio Espositivo, Critico, Curatore, Gallerista, Fotografo, Ufficio stampa, Investitore, Consulente web, Editore, Attrezzatura Fotografica, Materiali per realizzazione opere, Collezionista, Organizzatore di Eventi, Social Media Communications
“888 occhi su Napoli” guardano, invitano a essere guardati, propongono di guardare: è sempre lo stesso occhio, replicato 888 volte da Lucia Schettino in un formato più piccolo del suo già piccolo lavoro in inchiostro di china prodotto dall’incontro, su carta poco assorbente, tra l’acqua e una goccia nera, e poi dal movimento misurato del foglio fra le mani: con il caso a condividere con lei la responsabilità del risultato.
Camminiamo e ci càpita di scrutare chi ci viene incontro e talvolta di esserne riguardati. Dura quasi sempre molto poco, perché può crearsi imbarazzo se lo sguardo si fa appena appena più insistito. Il più delle volte, infatti, lo si dà di sottecchi, per una curiosità che non ha coraggio. In alcune città, come mi è parso di verificare a Parigi, già non accade quasi più che due persone sconosciute, incrociandosi, si guardino. Assenza di curiosità? Oppure è una temibile legge, per fortuna non ancora scritta, del rispetto dell’isolamento di ciascuno nel proprio minimo spazio? Se sarà emanata e applicata, guardare gli altri sarà definitivamente una provocazione, uno “sconfinamento in armi” minaccioso come nei tempi tesi che preludono alle guerre: tutt’altro che un sano interesse verso un proprio simile o il riconoscimento che esso esiste.
Per altri motivi anche le cose della città le guardiamo per lo più distrattamente, senza soffermarci: ho poco tempo; non è fra i miei impegni; non mi sembra niente di interessante.
Schettino dissemina per Napoli i suoi occhi nei luoghi e tra le persone che per lei abbiano avuto o abbiano qualche senso o che semplicemente la sollecitino a farlo, e ne affida alcuni a chi davvero voglia condividere la sua intenzione. Per esaurirli, moltiplica la sua attenzione, accresce il suo sguardo, segna non solo i “suoi” luoghi cruciali ma anche cose e persone mai prima notate. Chi incontrerà uno dei suoi 888 occhi, piccolo com’è, e si soffermerà a guardarlo per vederlo, avrà prestato attenzione.
MDG
Camminiamo e ci càpita di scrutare chi ci viene incontro e talvolta di esserne riguardati. Dura quasi sempre molto poco, perché può crearsi imbarazzo se lo sguardo si fa appena appena più insistito. Il più delle volte, infatti, lo si dà di sottecchi, per una curiosità che non ha coraggio. In alcune città, come mi è parso di verificare a Parigi, già non accade quasi più che due persone sconosciute, incrociandosi, si guardino. Assenza di curiosità? Oppure è una temibile legge, per fortuna non ancora scritta, del rispetto dell’isolamento di ciascuno nel proprio minimo spazio? Se sarà emanata e applicata, guardare gli altri sarà definitivamente una provocazione, uno “sconfinamento in armi” minaccioso come nei tempi tesi che preludono alle guerre: tutt’altro che un sano interesse verso un proprio simile o il riconoscimento che esso esiste.
Per altri motivi anche le cose della città le guardiamo per lo più distrattamente, senza soffermarci: ho poco tempo; non è fra i miei impegni; non mi sembra niente di interessante.
Schettino dissemina per Napoli i suoi occhi nei luoghi e tra le persone che per lei abbiano avuto o abbiano qualche senso o che semplicemente la sollecitino a farlo, e ne affida alcuni a chi davvero voglia condividere la sua intenzione. Per esaurirli, moltiplica la sua attenzione, accresce il suo sguardo, segna non solo i “suoi” luoghi cruciali ma anche cose e persone mai prima notate. Chi incontrerà uno dei suoi 888 occhi, piccolo com’è, e si soffermerà a guardarlo per vederlo, avrà prestato attenzione.
MDG
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