Sensazioni contraddittorie suscita, ad esempio, la visione di uno degli insetti di Lazzarini, autentico esorcismo dello spirito postindustriale. II suo decollo, fissato per sempre nel frame in cui lo osserviamo ritratto, vive di colori incisivi e privi di ogni dubbio: nero, grigio, riflessi metallici e rosso. I colori della velocità, della metropoli, del fumo, del tramonto dietro i palazzi … i colori del nostro mondo. Ma siamo sicuri ? Perché l’artista ha trasformato quei minacciosi pezzi taglienti e metallici proprio in un insetto, dandogli quindi le sembianze di una creatura che vive ? E quei materiali informatici proprio in topi ? Forse perché, se prenderemo in considerazione un punto di vista più rispettoso e consapevole, qualunque luogo, qualunque prato o qualunque città potrà tornare ad essere accogliente, ad essere la nostra casa e, per davvero, il nostro mondo.”
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celeste,
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