Gli scatti della memoria
In esso sono documentate tutte le fasi della realizzazione di questa "magia" che ha inizio quando il rullino viene estratto dalla macchina fotografica, quando finisce il lavoro del fotografo ed inizia quello, altrettanto nobile, dello stampatore. Si osserva minuziosamente ogni movimento, fino all'apparire, da un supporto nero, delle luci ed ombre delle figure catturate.
Questa apparizione corrisponde all'esigenza ormai antica di documentare il presente per fissarlo sulla pellicola, per regalarlo ai posteri. La fotografia è dunque un mezzo ormai datato, ma ancora attuale, un mezzo che cattura la vita che scorre in sequenze fisse, immobili, ma perenni.
Una ragazza in piedi sugli scogli gesticola e invia sorrisi all'obiettivo, regala agli scatti varie pose, ripetute ma nessuna identica. E quei sorrisi, quei gesti non verranno cancellati più. Diventano immagine.
Il rullino sviluppato in diretta nel video sarà poi esposto in una mostra di fotografia che verrà inaugurata il 3 marzo presso la scuola di danza contemporanea Hangart di Pesaro.
La conservazione dell'immagine produce dunque memoria. Quei frammenti di memoria singoli che vanno a formare, pezzo per pezzo, quella collettiva di una società, di una cultura. Che formano la storia.
E i discendenti, prestando attenzione verso l'uomo del passato, conoscono meglio se stessi, si ritrovano in gesti abbozzati, in fattezze, recuperano il passato per una consapevolezza maggiore del presente.
L'uomo, inconsapevolmente, costruisce la storia col suo vivere, quella storia che però potra essere giudicata e conosciuta solo "a distanza", da chi non l'ha vissuta, da chi la vede con occhi distaccati e diversi. Attraverso la memoria e i suoi documenti.
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