Isola Zavorra
Preambolo. Visita all'ospizio per anziani. E' un caldo pomeriggio di luglio. In televisione le corse di biciclette; in corridoio sedie a rotelle immobili e girelli
trascinati a stento. Una coppia di ospiti novantenni litiga. La moglie insulta il marito. Interviene il signor Bertolino, un altro ospite, in difesa del marito
dicendo: “Lo devi trattare bene tuo marito, perché era una brava persona e un bravo lavoratore! Io lo conoscevo bene…”. Il marito annuisce compiaciuto.
Isola Zavorra è un lavoro sulla perdita di identità da parte di persone che sono state e che adesso non sono più quello di cui ricordano e confusamente
raccontano. Sono gli anziani ospiti dell'ospizio Marino di Trapani, non-luogo relegato ai margini della città sull'Isola Zavorra, una zolla di terra emersa tra il porto e e saline. Quello spazio era anticamente luogo destinato allo scarico e carico di sale, che costituiva zavorra per le imbarcazioni di scalo su Trapani.
Oggi quell'area dismessa è zavorra del rinnovato porto di Trapani, città del sale e della vela, come leggiamo nei depliant turistici, e i suoi ospiti sono
diventati zavorra di un'industria turistica che non contempla la vecchiaia.
Gli anziani nell'ospizio parlano di se stessi al passato, ricordano la loro casa e i loro lavori non con nostalgia, ma per ricordarsi chi erano e dove vivevano, per cercare un appiglio nel limbo in cui si trovano, annientati nella duplice morsa della perdita di identità esistenziale e ambientale.
L'audio è un estratto dalla registrazione della telecronaca della scalata dell'Etna al Giro d'Italia del 2011.
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