La cura del luogo
Taluni luoghi storici della cura della follia, si trovano attualmente in uno stato di abbandono e rovina, dopo che l’operazione della loro chiusura si è compiuta. Successivamente al loro svuotamento, alcuni continuano a far parte di un paesaggio nascosto, facendo riecheggiare nei loro rari visitatori, vissuti che si conservano intatti al loro interno. Logorati nell’aspetto dai segni del tempo, gradualmente vengono meno, eppure conservano il dolore cui si è tentato di porre rimedio in passato, attraverso operazioni spesso altrettanto dolorose. Questi echi del dolore, una volta ascoltati, vanno proposti all’attenzione collettiva e interpretati come interrogativi sul rischio che simili storie, seppur in modi maggiormente edulcorati, possano ripetersi. Questo progetto è quindi un’operazione di rimembranza, un tentativo di porsi e porre all’ascolto di una sofferenza ancora attuale, con l’intento di prendersene cura. La fotografia si fa rituale: l’atto fotografico, attraverso un’ operazione immaginaria, cerca di sollevare dal dolore e rivolge un invito collettivo a fare lo stesso, ognuno con i propri strumenti.
P.S. Le foto sono state realizzate all’interno del padiglione Ferri dell’ex Ospedale Psichiatrico di Volterra, attualmente in stato di abbandono e rovina.
Commenti 0
Inserisci commento