open space
Nella stanza di un appartamento in cui tutto è fatto a misura di uno spazio piccolissimo, due box luminosi mostrano due fotografie con il mare come sfondo. In una un cubo arenato sulla spiaggia è lo spazio esatto in altezza e in larghezza per la persona che vi si trova dentro e che lo “misura” con il proprio corpo; nell’altra una cornice diventa poeticamente una finestra alla quale affacciarsi e protendersi verso il mare e il suo spazio sconfinato. Riflessioni quindi sul chiuso e sull’aperto, sullo spazio e il rapporto che il nostro corpo stabilisce con esso. Quasi d’istinto l’installazione è nata pensando al luogo in cui doveva essere collocata; è una riflessione sullo spazio vitale, e al tempo stesso uno slancio all’apertura, ad esorcizzare l’ambiente quasi claustrofobico dell’appartamento, dalle cui finestre incombe la mole della cupola del Brunelleschi, carica di storia e condensato di simboli.
E poi l’elemento ludico della piccola scatola in cui è stata ricostruita la stanza che ospita l’installazione. Lì si mostra in chiave ironica la piccolezza dello spazio, quasi una casa di bambole…e sullo sfondo scorrono le immagini dei momenti di realizzazione delle fotografie, una giornata da Firenze alla spiaggia di Rosignano Solvay, a ricordare l’importanza del processo che sta dietro ad ogni “opera d’arte” e ad aprire, anche qui, lo spazio.
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