CICLO VITALE
Maria Grazia Lunghi
Sito :www.mglunghi.it
E-mail: info@mglunghi.it
CICLO VITALE
All’origine del lavoro pittorico c’è l’idea di ciò che si vuole esprimere, “idea madre”. Essa pur partendo da una reale situazione, immagine, pensiero, sentimento, che preme per essere espresso, si andrà via via disgregando con l’eliminazione di linee e separazioni costrittive per arrivare ad un universo complesso e variegato, che pur mantenendo il suo pregnante significato si apre verso forme e spazi nuovi e misteriosi. Si riporta sulla tela non tanto il già visto, ma la conoscenza antica costituita da sensazioni, memorie, ricordi e sapienza di umanità che forma il nostro patrimonio genetico. È importante lasciar fluire liberamente tutto questo per dare una lettura consapevole della nostra attuale condizione di vita.
L’“idea madre”, fondante del lavoro artistico, viene liberata dagli elementi riproduttori e descrittivi della realtà e dalle nozioni della disciplina accademica, per arrivare ad una sintesi espressiva dove non tutto è detto, creando un universo che pur mantenendo una leggibilità conservi tutto intero l’inestricabile mistero della vita e del mondo. Il fruitore potrà liberamente interpretare l’opera e individuare in essa le sue realtà interiori, che probabilmente andranno oltre le intenzioni dell’artista stesso. L’opera acquisterà una vita propria diventando come un specchio che riflette realtà, pensieri, emozioni diverse, arricchendosi di significati “altri”, divenendo nel suo percorso un lavoro di tutti e per tutti.
Per concludere questo processo creativo, procede per annullamento delle convenzioni e delle ristrette strutture mentali di cui siamo tutti prigionieri, cerca la chiave interpretativa delle origini verso una libera espressione artistica.
L’opera è stata realizzata nel 2012 con colori acrilici, materiali di scarto (rifiuti metallici) e sabbia su tela, misura cm 100 x 100. Si crea il caos mescolando materiali e colori, poi si estrae e si sottolineano gli elementi che daranno al tutto un senso compiuto. Sul supporto si dispone la materia e il colore o il non colore; la sua fluidità guidata dalle intenzioni espressive crea forme caotiche dalle quali si estraggono via via memorie, ricordi e sensazioni. L’idea madre ci guida ad estrarre, scavando, là dove il segno ha già lasciato l’impronta, ciò che serve per dare significato e pregnanza al lavoro e alla tematica sulla quale si sta lavorando.
Si impara a leggere il caos, a non esserne sopraffatti, anzi a controllarlo. Al contempo si conferma la sua esistenza sia fuori che dentro di noi. Va letto e interpretato, tutte le istanze rivoluzionarie, le esigenze e le lotte che premono vanno rese visibili. Il lavoro nasce da una spinta interiore ad esprimere il profondo senso di disagio di questi tempi bui.
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CICLO VITALE
All’origine del lavoro pittorico c’è l’idea di ciò che si vuole esprimere, “idea madre”. Essa pur partendo da una reale situazione, immagine, pensiero, sentimento, che preme per essere espresso, si andrà via via disgregando con l’eliminazione di linee e separazioni costrittive per arrivare ad un universo complesso e variegato, che pur mantenendo il suo pregnante significato si apre verso forme e spazi nuovi e misteriosi. Si riporta sulla tela non tanto il già visto, ma la conoscenza antica costituita da sensazioni, memorie, ricordi e sapienza di umanità che forma il nostro patrimonio genetico. È importante lasciar fluire liberamente tutto questo per dare una lettura consapevole della nostra attuale condizione di vita.
L’“idea madre”, fondante del lavoro artistico, viene liberata dagli elementi riproduttori e descrittivi della realtà e dalle nozioni della disciplina accademica, per arrivare ad una sintesi espressiva dove non tutto è detto, creando un universo che pur mantenendo una leggibilità conservi tutto intero l’inestricabile mistero della vita e del mondo. Il fruitore potrà liberamente interpretare l’opera e individuare in essa le sue realtà interiori, che probabilmente andranno oltre le intenzioni dell’artista stesso. L’opera acquisterà una vita propria diventando come un specchio che riflette realtà, pensieri, emozioni diverse, arricchendosi di significati “altri”, divenendo nel suo percorso un lavoro di tutti e per tutti.
Per concludere questo processo creativo, procede per annullamento delle convenzioni e delle ristrette strutture mentali di cui siamo tutti prigionieri, cerca la chiave interpretativa delle origini verso una libera espressione artistica.
L’opera è stata realizzata nel 2012 con colori acrilici, materiali di scarto (rifiuti metallici) e sabbia su tela, misura cm 100 x 100. Si crea il caos mescolando materiali e colori, poi si estrae e si sottolineano gli elementi che daranno al tutto un senso compiuto. Sul supporto si dispone la materia e il colore o il non colore; la sua fluidità guidata dalle intenzioni espressive crea forme caotiche dalle quali si estraggono via via memorie, ricordi e sensazioni. L’idea madre ci guida ad estrarre, scavando, là dove il segno ha già lasciato l’impronta, ciò che serve per dare significato e pregnanza al lavoro e alla tematica sulla quale si sta lavorando.
Si impara a leggere il caos, a non esserne sopraffatti, anzi a controllarlo. Al contempo si conferma la sua esistenza sia fuori che dentro di noi. Va letto e interpretato, tutte le istanze rivoluzionarie, le esigenze e le lotte che premono vanno rese visibili. Il lavoro nasce da una spinta interiore ad esprimere il profondo senso di disagio di questi tempi bui.
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