La tecnologia avrà già “virtualizzato” ogni cosa, forse anche l’uomo ed il suo pensiero. Cosa ne sarà dei luoghi fisici dove vive? Anch’ essi soppiantati da metropoli virtuali? I pesanti volumi postmoderni di oggi, bucherellati come groviere, saranno gli ultimi baluardi della nostra realtà urbana; rimarrà qualche tenda agitata dal vento a testimonianza dello spirito creativo che, un tempo, partoriva cose concrete. Queste opere raccontano il modo, del tutto personale, di immaginare una possibile “disfatta” del mondo reale, ma con le emozioni vive e profonde proprie dell’ essere umano.
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celeste,
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