L’installazione, intitolata “bossoli” è composta da una parete bianca perforata da bossoli trovati per caso a terra tra alcuni quartieri di Berlino.
Dalle perforazioni fuoriesce del liquido nero, lacrime.
Il muro si muta in corpo, contenitore involontario, testimone delle vittime.
I bossoli sono l’involucro della violenza.
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