Ingenua
La parola “geisha” in giapponese è composta da due termini che significano “arte” e “persona”. Ho scelto la geisha perché per noi occidentali rappresenta per antonomasia l'invisibilità della donna nella sua realtà personale e sentimentalee la sua sovraesposizione come artificioso oggetto di ammirazione e desiderio.La bellezza, il lusso, l’educazione raffinata, la cultura, l’intelligenza, la misura e il controllo si sposano in una vita fatta di sacrificio in nome dell’arte, del compiacimento sociale e maschile in particolare, e di totale silenzio verso la realtà del proprio sé. Dietro la maschera che le cancella i connotati e l’identità si nasconde una donna misteriosa. A lei mi sono dedicata, immaginando di dar voce a sentimenti nascosti, a volte delicati, dolenti, sottomessi, ma anche contraddittori, violenti, persino sgradevoli.
Attraverso le composizioni, i materiali densi o ridotti al minimo percepibile, per mezzo didilavature del colore ottenute esponendo la tela ancora fresca alle intemperie, vorrei che si percepisseil movimento interiore che sta in ogni opera, il conflittotra i colori e la loro assenza, tra le parti stracariche di materia e quelle vuote; che corrisponde a volte al rapporto esteriore tra le figure, e a volte alduetto rappresentatodella figura che compare nello stesso quadro nel presente e nel passato, nella realtà e nel sogno.
Concretezza e materialità in opposizione ad un altrove sognato, immaginato o rimpianto, finzione opposta a naturalezza rappresentano il tema di fondo della mia riflessione in questi cinque anni di lavoro.
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