Eva
Eva è il nome che Adamo, primo uomo secondo la Genesi, ha dato alla sua compagna, in quanto madre di tutti i viventi. Esso deriva dall’ebraico e contiene un riferimento alla parola “hawwah”, vita. Nel racconto biblico, Dio fa cadere Adamo in un sonno profondo e con la costola toltagli formò una donna e la condusse all’uomo. La creazione della donna rappresenta il momento del superamento della solitudine dell’uomo: dopo la creazione degli animali, infatti, egli si trova ancora infelice. La presenza della donna cancella ogni ansia e solitudine dell’uomo, poiché essa rappresenta finalmente un essere simile a lui. L’unicità assoluta della donna è celebrata in un canto d’amore, nel quale Adamo riconosce Eva come “osso delle mie ossa e carne della mia carne”, e dispone che venga chiamata “isshah (donna), perché da ‘ish (uomo) è stata tratta. Sant’Anselmo d’Aosta, nei suoi commentari, a proposito della nascita di Eva dalla costola di Adamo racconta: “Non dal piede come un’ancella, non dal capo come una padrona, ma dal fianco come una compagna”. Eva, introdotta nella storia umana con un ruolo apparentemente subordinato all’uomo, finisce con l’assumervi un ruolo centrale e determinante, da vera protagonista. Infatti, seppure con il suo atto di disobbedienza vengono introdotte nel mondo sofferenza, fatica e morte, a seguito della punizione divina, tale gesto segna l’ingresso nella storia dell’autodeterminazione della volontà umana.
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