Genesi
Pittura, Sacro / Mitologico, Tecnica mista, 700x300cm
Fregio parietale permanente presso "Il Cassero" (Bologna), inaugurato durante GENDER BENDER "La Traviata Norma", 2 Novembre 2011.
«L’antichissima nostra natura non era come l’attuale, ma diversa. In primo luogo l’umanità comprendeva tre sessi, non due come ora, maschio e femmina, ma se ne aggiungeva un terzo partecipe di entrambi […] l’androgino.»
È la teoria che Platone, per bocca di Aristofane, sostiene nel Simposio, nonché il mito dell’androgino, dottrina sui generis che non solo tratta dell’origine della pulsione sessuale ma anche della fondamentale differenza che muove una complementarità non necessariamente oppositiva: il desiderio irrefrenabile che ciascuna metà prova di riunirsi all’altra metà, la naturale propensione ad essere sé stessi.
A partire dalla genesi platonica, Klaus Morgue intende rappresentare la bellezza e la forza del Potere degli Antichi che, se compresi a pieno dall’uomo contemporaneo, salveranno il mondo. La commistione di simboli cristiano-cattolici e pagani chiarisce l’importanza di una sacralità, da sempre sostenuta dall’artista, fatta di pensiero e corpo, uniti all’interno di una cosmologia artistica profondamente laica. Paradiso e Inferno, terrestri, si uniscono in una provocazione “di parte”: se all’Inferno siamo destinati… guardate la bellezza che ci aspetta.
«L’antichissima nostra natura non era come l’attuale, ma diversa. In primo luogo l’umanità comprendeva tre sessi, non due come ora, maschio e femmina, ma se ne aggiungeva un terzo partecipe di entrambi […] l’androgino.»
È la teoria che Platone, per bocca di Aristofane, sostiene nel Simposio, nonché il mito dell’androgino, dottrina sui generis che non solo tratta dell’origine della pulsione sessuale ma anche della fondamentale differenza che muove una complementarità non necessariamente oppositiva: il desiderio irrefrenabile che ciascuna metà prova di riunirsi all’altra metà, la naturale propensione ad essere sé stessi.
A partire dalla genesi platonica, Klaus Morgue intende rappresentare la bellezza e la forza del Potere degli Antichi che, se compresi a pieno dall’uomo contemporaneo, salveranno il mondo. La commistione di simboli cristiano-cattolici e pagani chiarisce l’importanza di una sacralità, da sempre sostenuta dall’artista, fatta di pensiero e corpo, uniti all’interno di una cosmologia artistica profondamente laica. Paradiso e Inferno, terrestri, si uniscono in una provocazione “di parte”: se all’Inferno siamo destinati… guardate la bellezza che ci aspetta.
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