Autoritratto
Nel doveroso gioco delle coppie antitetiche, la Presenza si confronta con la mancanza, il nulla opposto al suo tutto.
Se la Presenza si offre a noi prima di ogni giudizio o conoscenza, l'Assenza amplifica la ricerca del sé tra le pieghe di chi ci ha preceduto; la sua percezione passa attraverso corpi che ne assumono la forma, ne saggiano il sapore in una determinazione squisitamente sensoriale che orienta una quotidianità monca. Messe a tacere sollecitazioni visive, tattili, auditive o olfattive, subentra la funzione simbolica del pensiero e soprattutto della memoria che tesse e ricuce insieme scampoli di esistenze che si mescolano e supportano.
Ciò che ci manca ci appartiene, nella misura in cui lo abbiamo assorbito, metabolizzato, fatto scivolare sotto quell'epidermide che ora posa, composta, davanti ad un obiettivo che ricostruisce un dialogo che vede mancate uno dei due interlocutori.
Liberato da una rigida forma di relazione binaria, il particolare si confronta con l'universale sperimentando una soglia sospesa tra l'attimo fuggente dello scatto e il tempo infinito dei sentimenti.
(Testo di Sonia Borsato)
fotografia (autoscatto), fil di ferro e seta
l'opera è costituita anche dalla lettura di una poesia con sottofondo musicale
voce di Rita Casiddu.
musica: "Comptine d'Un Autre Été" di Yann Tiersen.
poesia "Lentamente muore" generalmente attribuita a Pablo Neruda
incisa nella sala di incisione Garhaus con l'aiuto di Marco Garau.
Commenti 7
un saluto
peccato per la musica, ma leggendo le parole e guardando l'operra è comunque emozionante
complimenti
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