PENSAVAMO PIOVESSERO STELLE

PENSAVAMO PIOVESSERO STELLE

Installazione, Minimal, Materiali vari, 400x300x400cm
PENSAVAMO PIOVESSERO STELLE



Il pensiero che determina incessantemente la nostra ricerca, fa parte di una visione -fors'anche nostalgica dell'arte contemporanea- che affonda la punta del suo compasso in quel centro fermo e costituito chiamato UOMO. Un atteggiamento, questo, che delimita l'artista quasi ai margini della scena per favorire l' EMOZIONE PRIMARIA dello spettatore, parametro e forza dell'opera stessa.
Il richiamo alla RAGIONE ed anche all'estetica duchampiana di “etant donnes”, vengono unite alla configurazione del DESIDERIO inespresso che, diventano qui, le estremità convergenti di un'ottica illuminista e romantica del mondo capace, per tanto, di inondare l'anima oltrepassando le fessure che la racchiudono in castelli reali.
La luce è allora l' IDEA espressa dell'umana intuizione e la CHIAVE è lo strumento proposto per attuarne la liberazione, spinta consapevole della porzione dell'infinito riverbero di ciò che siamo, dentro e fuori il cielo dell'installazione.
La chiave è, quindi, l'oggetto che ispira, immagine di un enigma mentale e di fantasia al tempo stesso. Per cui, estrapolandola dalla sua reale funzione, diviene il DONO dell'artista allo spettatore, avvertito come unico portatore cerebrale di galassie ideologiche e di SOGNI, in grado per ciò, di esprimersi grandiosamente attraverso i suoi pensieri e le sue azioni. Pensavamo piovessero stelle quando, dunque, abbiamo immaginato la stanza in questione; involucro-buco-nero con una piccola apertura per entrarvi dentro! All'interno si scorge, istantaneamente, delle luci che irradiano le molteplici chiavi sospese disposte casualmente, cadenti come fossero stelle, lasciando ai lati un'oscurità quasi cosmica, sino a percepire lo smarrimento spaziale. Questa dimensione, diremmo profondamente suggestiva, è rafforzata da una dolce musica di sottofondo che, si spera, trascini lo spettatore -tramite le sensazioni- a prendere spontaneamente la sua chiave e portarla via con se.
Tale modo di agire, specifica sia l'atto svolto dalla spettatore sia l'intenzione dell'esteta, entrambi inghiottiti da un'arte totale: eco di fierezza che nel tempo non perde la sua potenza anche quando, come in questo caso, si dissolve smembrando l'opera chiave dopo chiave.
Ovviamente l'installazione, per via delle sue caratteristiche, sarà irripetibile nello stesso posto perchè si presenta come un' elaborazione limitata ed esclusiva di un'esperienza da condividere con le persone che decideranno di parteciparvi.

C = CELESTE
C = COSMO
C = CERVELLO
C = CUORE, inteso come il luogo del sentimento, nonché propagazione dell'immenso.

L'UOMO E/E' L'IDEA.

Ed, infine, pensavamo piovessero stelle quando, ancora, abbiamo immaginato che la chiave di questo infinito fosse proprio l' UOMO!

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