People
Di seguito una chiave di lettura dell'opera dell'amica e storica dell'arte Francesca Piovan.
“Pur amando la fotografia, non sono una fotografa”, afferma Ersilia. Il fascino per le istantanee è un’amorevole eredità paterna; la pratica, invece, è la caratteristica attitudine alla sperimentazione artistica che da sempre denota il suo spirito eclettico.Le nove immagini presentate, disposte in uno schema tutt’altro che casuale, colgono nove “presenze” dai contorni indefinibili, distratte, di passaggio, assorte, a noi sconosciute perché appartenenti ad una terra molto lontana. Molto lontana ma se venissero, magicamente spostati e ridefiniti i confini tra Occidente ed Oriente, stracciate le democrazie di carta e le monarchie dorate, magari percorrendo un’ideale viaggio a ritroso di secoli, ci accorgeremmo dell’improvvisa caduta di molti falsi miti e illusorie ideologie; ci accorgeremmo che le infinite realtà debbono obbligatoriamente essere ricondotte ad un’unica multiforme appartenenza. Sarebbe, dunque, chiaro che le similitudini superano di gran lunga le diseguaglianze, siano esse i marchi di una celebre multinazionale, siano i concetti degli addii e dei ritorni, siano gli sguardi di speranza rivolti verso un’immaginaria linea d’orizzonte. Ci accorgeremmo, dunque, che le “presenze” di tali fotografie hanno i nostri nomi e un egual vissuto, “presenze” di passaggio, assorte verso un’immaginifica speranza ma soprattutto che il termine “PEOPLE” non conosce restrizioni e costrizioni, etnie e razze, mai come nel nostro “qui e ora”.
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