Biocities - Londra 3

Biocities - Londra 3

BIOCITIES. Le città hanno trame sottili che a volte si rivelano per quello che sono, textures di una vita che scorre anche sotto o dentro le geometrie sensibili. Carlo D’Orta indaga la superficie delle città, segue il concetto di una trama che avvolge la realtà con una nuova pelle. La città moderna, verticale, ha un suo Dna proprio nelle geometrie delle architetture, nei punti di collegamento tra l’interno e l’esterno, tra il paesaggio urbano e la vita nascosta della gente. Gli edifici anche nelle foto di D’Orta sono leggeri e aerei perché vengono assunti come segni, segni che si replicano come nel linguaggio dell’architettura. Ma diventano anche una struttura che ha caratteristiche cellulari, che simula la vita e il mondo organico. Il fotografo fa emergere una sorta di natura biologica nell’affrontare l’epitelio urbano, la sua analisi sembra seguire lo sguardo del flaneur, invece possiede l’attenzione e l’acutezza. Le città, Berlino, Londra o Roma, possono anche scomparire, passano in secondo piano. L’importante è l’emergere attraverso le foto del loro Dna, della loro capacità evolutiva che porta nell’attualità la visione di geometrie variabili, di edifici sempre meno permeati dagli sguardi, sordi a esprimere la vita all’interno, ma che sono vita essi stessi. D’Orta coglie questa autonomia, che non è assenza, ma volontà di rendere eterno il presente. Valerio Dehò, Direttore artistico del Kunst Merano e docente di Estetica presso l’Accademia di BA di Brera

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Commenti 1

Fernando Pietropoli
11 anni fa
Bella!

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