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inoltre sottolineato come proprio i dibattiti sulle comete (dopo quella del 15775ne apparvero altre nel 1580, 1582, 1585 ed ancora nel 1596) favorirono sia «lamaturazione di una mentalità critica che respinse nettamente ogni subordinazio-ne del mondo umano a poteri e influenze occulte»6, sia il conseguente tentativodi superare quelle credenze astrologiche che le alte gerarchie cattoliche avrebbe-ro recisamente attaccato a partire dalla Bolla di Sisto V, la Constitutio contraExercentes astrologiae judiciarie artem7.Un crocevia d’eccezione, dunque, ed un passo temibile da compiere verso unapproccio scientifico all’analisi dei cieli8: non deve quindi destare sorpresa l’o-stilità di larga parte della cultura mediana alle ipotesi di Copernico9 e che su253Su alcune letture astronomiche del Tasso5 La cometa fu visibile tra il 10 novembre del 1577 e il 7 gennaio dell’anno seguente. Peril profluvio di pubblicazioni che le furono dedicate si veda C. D. HELLMAN, A bibliography ofTracts and Treatises on the Comet of 1577, in «Isis», XXII, 1934, pp. 47-68. Non ho potutoinvece beneficiare per questa indagine, se non tramite citazioni e riprese indirette, dello stu-dio fondamentale della stessa autrice: C. D. HELLMAN, The comet of 1577: Its place in theHistory of Astronomy, New York, Columbia University Press, 1944, del resto rettificato inparte in JERVIS, Cometary theory, cit.6 C. VASOLI, Introduzione a ID., I miti e gli astri, Napoli, Liguori, 1977, p. 11.7 Sull’astrologia in relazione alle ricerche scientifiche di quegli anni, a solo titolo esem-plificativo, cfr.: L. THORNDIKE, The true place of Astrology in the History of Science, in«Isis», XLVI, 1955, pp. 273-78; E. GARIN, Lo zodiaco della vita, Roma – Bari, Laterza, 1976;C. VASOLI I miti e gli astri, cit.; G. ERNST, Aspetti dell’astrologia e della profezia in Galileo eCampanella, in Novità celesti e crisi del sapere, a cura di P. Galluzzi, Firenze, Giunti-Barbera, 1983, pp. 255-66; EAD., From the watery Trigon to the fiery Trigon: Celestial signs,prophecies and History, in Astrologi hallucinati: stars and the end of world in Luther’s time,a cura di P. Zambelli, Berlin-New York, De Gruyter, 1986, pp. 265-80. Per i riflessi di questetematiche nella produzione tassiana occorre rimandare alle pagine fondamentali di G.BALDASSARRI, Fra «Dialogo» e «Nocturnales annotationes». Prolegomeni alla lettura delMessaggiero, in «La Rassegna della letteratura italiana», LXXVI, 1972, 2-3, pp. 265-93.8 Esemplare la dichiarazione di Mästlin di avere adottato l’ipotesi copernicana solo comeuno strumento geometrico (si veda WESTMAN, The Comet, cit., p. 24) e perché costretto daestrema necessità: MÄSTLIN, Observatio & demonstratio, cit., p. 54.9 Sulla posizione della cultura scientifica italiana a fronte della teoria di Copernico cfr. E.GARIN, Copernico e i filosofi italiani del Rinascimento, in «Belfagor», XXXVIII, 1973, 6, pp.664-84; C. VASOLI, Copernico e la cultura filosofica italiana del suo tempo e Andrea DudithSbardellati e la disputa sulle comete, in ID., I miti e gli astri, cit., rispettivamente pp. 313-50 epp. 351-87 (in particolare la posizione di avanguardia di Marcello Squarcialupi che proponevala natura celeste delle comete, negandone gli effetti negativi). Più di recente: Copernico e laquestione copernicana dal XVI al XIX secolo, a cura di L. Pepe, Firenze, Olschki, 1996 (segna-tamente gli interventi di F. BARONE, La «modernità» di Nicolò Copernico, pp. 15-29; di A.POPPI, La filosofia naturale del primo Cinquecento nelle Università di Padova, Bologna eFerrara, pp. 39-67; di M. DI BONO, Copernico, Amico e Fracastoro e il meccanismo di Al Tusi:osservazioni sull’uso e la trasmissione di un modello, pp. 69-96); La diffusione del copernica-nesimo in Italia (1543-1610), a cura di M. Bucciantini e M. Torrini, Firenze
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