mondo-k

mondo-k

philinq Tasso* ROSEN, Francesco Patrizi and Celestial Spheres, in «Physis»,XXVI, 1984, 3, pp. 305-24, ove non solo si nega la rilevanza delle osservazioni astronomichedel Patrizi ma si posticipa la presa di distanza di Brahe dalle sfere planetarie solide all’osser-vazione della cometa del 1585. Su questo passaggio, sulle comete che, pur essendo dei corpicelesti, non seguivano delle orbite, cfr. anche M. P. LERNER, Tre saggi sulla cosmologia allafine del Cinquecento, Napoli, Bibliopolis, 1992, pp. 73 sgg.; VON NOUHUYS, The age of Two-faced Janus, cit., pp. 115-21.
--------------------------------------------------------------------------------
Page 3
inoltre sottolineato come proprio i dibattiti sulle comete (dopo quella del 15775ne apparvero altre nel 1580, 1582, 1585 ed ancora nel 1596) favorirono sia «lamaturazione di una mentalità critica che respinse nettamente ogni subordinazio-ne del mondo umano a poteri e influenze occulte»6, sia il conseguente tentativodi superare quelle credenze astrologiche che le alte gerarchie cattoliche avrebbe-ro recisamente attaccato a partire dalla Bolla di Sisto V, la Constitutio contraExercentes astrologiae judiciarie artem7.Un crocevia d’eccezione, dunque, ed un passo temibile da compiere verso unapproccio scientifico all’analisi dei cieli8: non deve quindi destare sorpresa l’o-stilità di larga parte della cultura mediana alle ipotesi di Copernico9 e che su253Su alcune letture astronomiche del Tasso5 La cometa fu visibile tra il 10 novembre del 1577 e il 7 gennaio dell’anno seguente. Peril profluvio di pubblicazioni che le furono dedicate si veda C. D. HELLMAN, A bibliography ofTracts and Treatises on the Comet of 1577, in «Isis», XXII, 1934, pp. 47-68. Non ho potutoinvece beneficiare per questa indagine, se non tramite citazioni e riprese indirette, dello stu-dio fondamentale della stessa autrice: C. D. HELLMAN, The comet of 1577: Its place in theHistory of Astronomy, New York, Columbia University Press, 1944, del resto rettificato inparte in JERVIS, Cometary theory, cit.6 C. VASOLI, Introduzione a ID., I miti e gli astri, Napoli, Liguori, 1977, p. 11.7 Sull’astrologia in relazione alle ricerche scientifiche di quegli anni, a solo titolo esem-plificativo, cfr.: L. THORNDIKE, The true place of Astrology in the History of Science, in«Isis», XLVI, 1955, pp. 273-78; E. GARIN, Lo zodiaco della vita, Roma – Bari, Laterza, 1976;C. VASOLI I miti e gli astri, cit.; G. ERNST, Aspetti dell’astrologia e della profezia in Galileo eCampanella, in Novità celesti e crisi del sapere, a cura di P. Galluzzi, Firenze, Giunti-Barbera, 1983, pp. 255-66; EAD., From the watery Trigon to the fiery Trigon: Celestial signs,prophecies and History, in Astrologi hallucinati: stars and the end of world in Luther’s time,a cura di P. Zambelli, Berlin-New York, De Gruyter, 1986, pp. 265-80. Per i riflessi di questetematiche nella produzione tassiana occorre rimandare alle pagine fondamentali di G.BALDASSARRI, Fra «Dialogo» e «Nocturnales annotationes». Prolegomeni alla lettura delMessaggiero, in «La Rassegna della letteratura italiana», LXXVI, 1972, 2-3, pp. 265-93.8 Esemplare la dichiarazione di Mästlin di avere adottato l’ipotesi copernicana solo comeuno strumento geometrico (si veda WESTMAN, The Comet, cit., p. 24) e perché costretto daestrema necessità: MÄSTLIN, Observatio & demonstratio, cit., p. 54.9 Sulla posizione della cultura scientifica italiana a fronte della teoria di Copernico cfr. E.GARIN, Copernico e i filosofi italiani del Rinascimento, in «Belfagor», XXXVIII, 1973, 6, pp.664-84; C. VASOLI, Copernico e la cultura filosofica italiana del suo tempo e Andrea DudithSbardellati e la disputa sulle comete, in ID., I miti e gli astri, cit., rispettivamente pp. 313-50 epp. 351-87 (in particolare la posizione di avanguardia di Marcello Squarcialupi che proponevala natura celeste delle comete, negandone gli effetti negativi). Più di recente: Copernico e laquestione copernicana dal XVI al XIX secolo, a cura di L. Pepe, Firenze, Olschki, 1996 (segna-tamente gli interventi di F. BARONE, La «modernità» di Nicolò Copernico, pp. 15-29; di A.POPPI, La filosofia naturale del primo Cinquecento nelle Università di Padova, Bologna eFerrara, pp. 39-67; di M. DI BONO, Copernico, Amico e Fracastoro e il meccanismo di Al Tusi:osservazioni sull’uso e la trasmissione di un modello, pp. 69-96); La diffusione del copernica-nesimo in Italia (1543-1610), a cura di M. Bucciantini e M. Torrini, Firenze
Non ci sono mi piace

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login