Alien
Nessuna terrificante specie aliena, nessun feroce parassita. L’Alien racchiuso nell’emulsione di comuni diapositive, dimenticate in un buio ed umido garage, si “vendica” della colpevole leggerezza dell’autore e, in una sorta di autorigenerazione, si trasforma in tutt’altra cosa assumendo alla fine, quasi consapevolmente, una nuova colorata, talvolta del tutto astratta, multiforme identità.
L’opera dell’Alien si è così conclusa e la giusta “punizione” per l’errore commesso è il privare l’autore, con l’evidente perdita di ogni riferimento dello scatto originale, della consapevolezza dello spazio/tempo, in definitiva, della genitorialità dell’immagine.
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