The culture of the presence.
Il bombardamento di informazioni che caratterizza la società occidentale, tende a livellare le individualità.
La parte centrale del trittico, è una bacheca per le affissioni pubbliche.
In questo spazio in genere si leggono manifesti di eventi culturali organizzati da enti e associazioni culturali, oppure slogan elettorali di partiti politici.
Quando questi invecchiano, o vengono strappati, resta il fondo rugginoso con qualche frammento di carta colorata, e in quel caso, l'estetica di quel vuoto parziale, lascia spazio al proprio sentire individuale.
La fase successiva, che cerco di rappresentare nelle due parti laterali del trittico, è il segno, la presenza, il proprio contributo ad un operazione culturale (o di partecipazione), che costruisce un opera artistica compiuta, grazie al sovrapporsi delle esigenze di comunicazione individuali.
Il tempo del pensiero, sempre più raro, costruisce velocemente reazioni: è in quel dedalo di colori e forme che si forma la contemporaneità.
Grida o sussurri di persone, sovrapposti, diventano un coro.
I padroni del tempo e del pensiero non lo gradiscono.
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