Impossible I-VI
Sono tutti frutto di un errore: a volte di tecnica, a volte di sbaglio di rotta, altri di impossibilità di ripresa. Ma alla fine queste circostanze imprevedibili mi hanno accompagnato in un viaggio iniziatico in Marocco attraverso sei passaggi obbligati: il cielo in direzione delle montagne dei berberi, Il deserto, la piazza dei pericoli a Marrakech, il fuoco acceso nella Qasba, la strada di Casablanca, il villaggio sul mare. Il cammino è il filo che racchiude i sei filmati, anche quando tutto appare stanziale, come il fuoco. E, nel cammino, alcune cose si possono prendere altre diventano inafferrabili. Ma tutto rimane dentro di noi.
- Impossible I Prendere la luna
Potrebbe essere una pallina da tennis come quelle che schizzavano, ad un ritmo sempre più veloce, nei primi videogiochi degli anni ’70. Invece è una luna piena , che entra ed esce da un finestrino di un’auto in movimento. Non si riesce ad immortalare ferma e a fuoco, ma nessuno rinuncerà mai al proprio sogno guardandola nelle notti in cui è piena, a volte caldissima ed enorme, altre fredda e lontana. Facendo ritorno a casa dovrà poi lasciarla lì, dove si trova. Nessuno potrà portarla nella sua valigia. Per farne che, in fin dei conti? Meglio guardarla, inafferrabile, da ogni punto del mondo, misterioso e lontano occhio di luce.
- Impossible II Raddrizzare un cammello nel deserto
Viene il momento in cui non ce la fai più e ti sdrai, non importa se la sabbia è rovente; non la senti se ti vesti come un abitante del deserto.Una volta a terra, uno sbadiglio alle spalle ti induce a inarcare il collo per capirne la causa: un cammello e un uomo. Visti da una prospettiva capovolta. Subito viene alla mente l’aneddoto secondo cui Kandinskij ebbe la prima intuizione dell’astrattismo osservando una tela capovolta. Ma non è necessario dare ad ogni cosa una spiegazione. Il video vuole solo dimostrare come la casualità resta un elemento fondamentale dell’invenzione artistica. E basta un attimo, poi tutto sparisce.
- Impossible III Essere luce e oscurità
Suk, mercato, caos, luogo di tentazione, indistinguibilità tra luce e buio. Diventa difficile riprendere una folla di persone quando ti obbligano a spegnere la telecamera e riconoscersi laddove si mischiano suoni e odori, merci, persone, luci e ombre. Carl Gustav Jung collegava l’ombra al rinnego individuale: tutto ciò che nell’arco della vita viene soffocato, energia latente che rimane sepolta nell’uomo per poi esplodere con tutta la sua irruenza nei lapsus e negli incubi. Essere luce e oscurità significa riconoscere il proprio lato oscuro, accettarlo. Come l’Eremita, si può proseguire il cammino ignoto tenendo la lanterna accesa, distinguere i volti delle persone, conservare le parole e i gesti d’amore, che come gocce di una stalattite, lentamente compongono l’universo.
- Impossibile IV Spegnere il fuoco
Chi ha paura del fuoco? Dante nel canto XXVIII del Purgatorio e forse tutte le persone del mondo. Per la sua forza ipnotica che penetra nel cuore dei nostri pensieri più nascosti. Per la potenza distruttrice che esercita nel volgere di pochi minuti. Per la passione a cui viene associato, che una volta placata ci lascia in uno stato di precarietà rispetto ad ogni gesto futuro. E chi lo ama? Chi non vuole spegnerlo mai, perché corrisponde al sentimento dell'amore, all'impulso della creazione artistica, al credo. Non ci sono sentimenti mediati di fronte al fuoco. Esso segna il bivio della vita.
- Impossible V Essere indifferenti
Chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere (Albert Einstein). Lo stupore lo leggiamo nei gesti di un bambino che cerca di essere indipendente dalla madre, sul ciglio di una strada, mentre persone indifferenti a tutto passano e sostano davanti alla telecamera, che continua la ripresa. Non è dato sapere perché il fumo, dapprima leggero, avvolge tutto. E questo dimostra quanto le nostre vite possano prendere strade diverse che, all’improvviso, ci conducono lontano da ciò per cui eravamo predestinati.
- Impossible VI Tornare indietro
Dove porta quella strada? Restare all’angolo delle strade del mondo non serve, bisogna mettersi in viaggio. A volte si aprirà una porta sicura, che porta in un luogo intimo, ricco di affetti. Altre volte quella porta porterà ad un baratro di dolore e sofferenza. Chi, invece, camminerà all’infinito, superando barriere e lingue, luoghi e persone, accogliendo la pienezza della vita, sarà un individuo completo. Non esiste orologio magico che ci riporti a quel giorno e a quella data ora, alla mancata continuazione di una ripresa interrotta nel momento perfetto; il video con il suo effetto di straniante rewind, lo dimostra urtando i nostri sensi.
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