24h

24H
DVD-VIDEO
Durata: 3.50 min
Musica: Composizione originale di Silvio Uboldi
Anno: 2006

Premessa: l’opera è stata creata grazie ad un errore fortuito avvenuto durante la prima esportazione del filmato; l’artista ha deciso di utilizzare l’errore come parte integrante dell’opera.

La macchina fotografica cattura il tempo.
Riflettendo sulla potenzialità del mezzo che le è proprio, Enrica Magnolini decide di sfruttarne la caratteristica principale per documentare come la percezione di uno stesso oggetto possa variare a seconda dei cambiamenti di luce che avvengono durante il giorno.
Sceglie come luogo ideale una stanza semivuota, si pone al centro e scatta da un pomeriggio al successivo senza mai mutare punto di osservazione, rivolgendosi costantemente al paesaggio che compare oltre la finestra: elemento dalla forte valenza simbolica, questa rappresenta il punto d’incontro tra interno ed esterno, la cornice attraverso cui filtrare il circostante secondo un individuale esercizio di decifrazione.
La sequenza ottenuta racconta la presenza del movimento nell’apparente staticità e regala atmosfere e sensazioni differenti in base al rapporto che si instaura tra le variazioni cromatiche visibili dentro e fuori l’edificio, invitando a più livelli di lettura. Tesa a voler perpetuare una continuità tra gli istanti di cui è portavoce, viene montata in un video che consta di due parti antitetiche tra loro. La prima ha per protagonista il mondo fenomenico e mira ad una sorta di presa di coscienza dello spettatore, guidato a cogliere analiticamente ciò che l’occhio non percepisce nella sua unicità; la seconda è concentrata sul soggetto e attraverso la distorsione cerca di rappresentare la visione come movimento mentale inerente al singolo ed al suo vissuto, come atto che richiede un procedimento sintetico, qui ricreato attraverso la fusione di pixel che contrasta con il resto della narrazione.
Concepita sulla base dello studio che Monet fece alla Cattedrale di Rouen, dipinta in diverse condizioni di illuminazione, l’opera descrive il divenire cercando di mostrare la veste insolita del quotidiano nel circuito chiuso di ventiquattro ore. Fuggendo dalle conclusioni, viene riprodotta in loop.



Edith Ballabio
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