“Cercavano tutti un rapporto divino – una scintilla di matematica esattezza –, un margine, seppur minimo, di perfezione. Il rifugio geometrico d’una figura simmetrica in ogni suo dove, centro logico e ombelico d’ogni raggio metallico – cercavano un consenso scientifico da ricoprire con smalti e lamiere: ora è solo uno scheletro, precisissimo, indescrivibile: anatomia e dissezione d’un totem scuro, identico al riflesso che regala all’incendio di ruggine e meraviglia che spazza ogni cosa; testimone involontario d’una decadenza imponente, rigida – commovente, malgrado tutto.”
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celeste,
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