Sovrapposizioni (2)
Le confessioni dell’io sono sempre un atto involontario. Provo a domarle ma posso solo sovrapporle. Questo progetto nasce in una di quelle giornate dove il mondo fa paura. Dove camminare in una metropoli rumorosa con una macchina fotografica al collo senza riuscire a scattare una foto diventa come entrare in un campo di battaglia con la pistola scarica. E vorresti piangere. Stai in silenzio e cammini per ore. Fotografare l’anima della città sarebbe come seppellirla. Fotografare chi la popola sarebbe come togliere il respiro alla speranza affannosa del cambiamento. Tutto si muove troppo in fretta e tu hai paura. Non resta che osservare il riflesso di te su una vetrina della Capitale e poi sovrapporgli stratificandoli squarci di immagini che ti circondano. Fino a seppellire l’io sotto migliaia di pixel e far spazio a un mondo nuovo.
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