“Sono presenze, immutabili, costanti dielettriche in conflitto con il respiro del mondo: aloni d’acciaio riversi nel guanto del cielo – aria, diresti – non fossero ferro, piombo, amianto. Un greto privo di linfa s’insinua nell’immanenza del cemento: la poesia, di nuovo, inconciliabile fino al primo verso d’inchiostro – ora sale salvifica lungo le colonne di fumo mai spente. Come il dissolvere della notte, ritorna prepotente nelle pieghe dei riflessi – lontani, insoluti – che attendono lo sconcerto finale d’una nebbia che assolva ogni peccato, indiscriminatamente, di colpo, senza gioie o dolori: è un passare indecifrabile di minuti, ore – geroglifici lungo una via che si sgretola, adesso – e forse per sempre.”
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celeste,
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