Entra-ed-Adora
(luglio 2011 - novembre 2012)
Miti del passato che si mescolano con miti più o meno tali del presente, della realtà mediatica che ci circonda e ci bombarda, a volte fino allo sfinimento.
Perché i GRECI AVEVANO RAGIONE: le divinità-celebrità sono più capricciose degli uomini-medi-comuni-mortali, e il loro capriccio è insindacabile e imprescindibile. Come se il mondo fosse il LORO TELEVISORE, e loro gli attori indiscussi di una vita "REALITY", e noi semplici mortali dalla vita comune più o meno interessabile, a dovercene restare in poltrona e a guardarli 24/7, ma si può sempre decidere di prendere il telecomando e SPEGNERE TUTTO. Seppur il programma continui.
Ma se per una volta lasciassimo perdere quello che SONO e li prendessimo così per come ci APPAIONO: imbellettati delle loro bellezze insuperabili e più o meno divine, e che in fondo ci affascinano un po' tutti, e non sempre lo ammettiamo?! Ecco, io francamente sono affascinato dalle loro bellezze. Quello che fanno nella loro vita non sempre privata non mi interessa, preferisco catapultarli in un mio personale racconto mitologico dai riferimenti puramente casuali e non intenzionali. PER AMORE DEL BELLO. TUTTO QUI.
A chi guarda, il telecomando: LA SCELTA È VOSTRA.
...
“Alle Grazie immortali
le tre di Citerea figlie gemelle
è sacro il tempio, e son d'amor sorelle;
nate il di' che a' mortali
beltà ingegno virtù concesse Giove,
onde perpetue sempre e sempre nuove
le tre doti celesti
e più lodate e più modeste ognora
le Dee serbino al mondo.
Entra ed Adora.”
(Incipit del Carme “Le Grazie”, di Ugo Foscolo)
ENTRA, comune mortale in religioso silenzio, e ammira la preghiera infinta, che adoranti, tra languidi sguardi e danze di mani e fisicità, le Virtù offrono al piacere dell'occhio indiscreto e curioso che li scruta, li osserva, li desidera segretamente e ne osanna la Loro esistenza.
IN NOME DI UN BENESSERE MATERIALE CHE ATTRAVERSO LORO LO ELEVI AL PIANO PIÙ ALTO DELLA PIRAMIDE SPIRITUALE.
L’uomo mortale cerca in Loro il PUNTO DI CONGIUNZIONE. L’afflato alchemico che rigeneri se stesso alla ricerca del proprio sé e di quella felicità eterna che troppo spesso rischia di oscillare tra la paranoia e l'ossessione.
L’uomo mortale si segna il corpo, con atavici simboli rituali che lo riportino a uno stato primordiale, incontaminato, di assoluta casta purezza.
Insegue botulinici elisir di bellezza eterna per non arrendersi al tempo e al disfacimento inesorabile del suo corso. PERCHÉ LE CREPE FANNO PRESTO A VENIR FUORI NELL’INTONACO LOGORATO DALLE INTEMPERIE.
E adotta anabolizzanti scalpelli per rimodellarsi e scolpirsi come statua da marmo.
TUTTO, PER ELEVARSI A UNA DIMENSIONE ANCESTRALE SUPERIORE CHE GLI CONFERISCA NUOVA ESSENZA. NUOVA VITA. NUOVA IDENTITÀ SPIRITUALE.
LA PERFEZIONE ASSOLUTA CHE LO RICONGIUNGA, IN UN TUTT’UNO, ALL’ALCHEMICA INFINITUDINE DIVINA.
In ossequioso silenzio l'uomo si inginocchia al cospetto delle Grazie. China il capo, e a Loro offre tutto se stesso.
Il buio è dentro la stanza. La luce presto riscalderà la sua anima corrotta. Gli scranni intorno a lui sono vuoti: CHI NE HA VOGLIA SI ACCOMODI. DIVERSAMENTE CEDA IL POSTO. Fuori, d'altronde, c'è tutto un mondo. In fondo, poi, questa danza di Castitas, Pulchritudo e Amor, è solo una visione estatica. ALLA MERCÉ DI TUTTI. Senza pretese e distinzioni di sorta. Solo chi lo desidera, senza costrizioni di alcun tipo, può farla sua.
Amen.
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