Heiddeger da giovane
Questo ciclo di lavori si propone come un’intensa ed inquieta introspezione che genera “mostri”, i quali non appartengono a un’esaltazione apparente e formale quanto a una precisa e schietta estorsione dell’autenticità individuale. Le figure rappresentate non sono modelli preconfezionati della civiltà odierna, ma vittime emarginate dalle regole del buoncostume. È una condizione sperimentata in situazioni esasperate: dalla paura al fallimento, dall’umiliazione all’ansia. L’immaginario è sostenuto da un semplice maquillage posto al fine di risaltare il potere iconografico delle figure. La centralità risiede nel volto mentre la coscienza si libera nei corpi lasciando spazio alla casualità, alle linee e ai materiali. Dozzinali posture, disagi e malattie che nel comune vengono isolati ed allontanati, assumono qui una decontestualizzazione e procurano al soggetto una grottesca attrattiva. Queste entità solitarie, bieche ed emarginate sono frutto di una ricerca che riflette sulla condizione umana e sono l’aspetto originale di una società che avanza verso forme d’individualismo dominate da clichè.
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