Államhatár nasce da un’idea che vuole sperimentare l’inversione produttiva tra musica e montaggio.
In quest'opera la musica è stata composta senza che i musicisti vedessero le immagini ma fossero semplicemente stimolati dai racconti verbali del regista subito dopo aver concluso le riprese.
Il montaggio dunque è stato adattato/addentrato/amalgamato alle musiche (decostruendo il normale workflow della postproduzione).
L'esperimento ha portato dei risultati decisamente inaspettati per quanto riguarda gli aspetti del ritmo narrativo e dell'emozione spettatoriale.
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In quest'opera la musica è stata composta senza che i musicisti vedessero le immagini ma fossero semplicemente stimolati dai racconti verbali del regista subito dopo aver concluso le riprese.
Il montaggio dunque è stato adattato/addentrato/amalgamato alle musiche (decostruendo il normale workflow della postproduzione).
L'esperimento ha portato dei risultati decisamente inaspettati per quanto riguarda gli aspetti del ritmo narrativo e dell'emozione spettatoriale.
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