Il pescatore

Questa tela è una vera sfida, un viaggio nello stile. Soggetti l'uomo, la calma, l’iquietudine, la potenza, la terra, l’acqua, l’aria. Alla nostalgia romantica dell’insieme, a cui pre-potentemente il pensiero al guardo ci riporta, non si può non trovare in esso un’ essenza immediata ed impetuosa, uno Sturm und Drang, un credo dal sapore nettamente trascendende l’impatto del primo sguardo. Gli elementi Aristotelici sono tutti qui, presenti, ed il fuoco in essi mancante è il soggetto
osservante l'opera, il “noi” che diventa, quasi con malcelata invidia, il fuoco geometrico “uomo” in primo piano. Un salto a piè pari avviene istantaneamente, superando immanente qualsiasi tautologica emozione o kantiano giudizio analitico a priori. Si è obbligati all’ Aisthesis, la sensazione diventa percetto ed i concetti operano un balzo a ritroso sfiorando rappresentazioni inconsce dettate dai colori che, volutamente chiaroscurali, impongono una vicinanza al confine angoscioso tra la presenza e l’Es. Una presenza che
rimbalza tra il profilo scuro dell’uomo pescatore ed il biancore tumultuoso del mare dettando in noi la ricerca d’una certezza che, incredibile, possiamo solo trovare nell’indefinito profilo del nostro Essere che, come lo sguardo che contempla l’opera, si sintetizza nel tutto, una gestalt che dal soggetto in primo piano ci proietta al cupo grigiore del cielo attraverso il bianco e tumultuoso schiumar del mare.