IL SANGUE DELLA FEDE

IL SANGUE DELLA FEDE

Questa combinazione di vetrofusione, rame e ferro è una delle prime “contaminazioni” fra materie e tecniche diverse di Francesco Porzio.
Qui il Vesuvio con il suo pennacchio fiammante viene inglobato in una sorta di “bolla” di vetro, quasi a volerne neutralizzare il pericolo e fissare nel tempo la bellezza e il fascino. Sembrerebbe il gioco naturale e antico dell’ambra che avvolgendo quanto è destinato a morire ne prolunga la vita e ne impedisce l’oblio. Ma qui c’è di più, c’è San Gennaro. La sua mitra alla base dell’opera fa da sostegno alla “bolla” che ingloba il vulcano: è il miracolo della protezione del Santo che si rinnova. La città può stare tranquilla. Il Vesuvio può continuare a fumare.


NOTA *
Commento critico di Maria Mezzina, PhD. Giornalista, direttore di “politicadomani” e “Le Radici del Futuro-Arte”

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