Tra le onde - Palio d'Arte
L’oro dei mosaici veneziani nella ricerca figurativa di Piergiorgio Baroldi, in cui il divenire del lavoro in tutte le sue forme è il divenire stesso della creatività artistica. Nell’esplorare la presenza della fauna del territorio, egli mette alla prova la capacità di ricreare quel mondo, così che la resa estetica diventa strumento di restituzione di senso e di valore di un ritorno alle origini, all’autenticità. L’autore definisce il rapporto col mondo anche attraverso il confronto con l’universo animale, che diventa assoluto dominatore nella dimensione “macro” di insetti e degli altri soggetti dipinti. Il gusto per il dettaglio, per quella parte che potremmo definire la sineddoche pittorica, presente nelle raffigurazioni di animali, appare in modo evidente nelle prue con una visione prospettica dal basso che rimanda allo stupore infantile di chi dalla banchina vede incedere le grandi navi e che di esse coglie solo la grandezza dello scafo, rimanendo incredulo ad immaginare cosa si celi sopra e dentro. Uno scafo dal cuore vitale, che gocciola acciaio e in questo liquefarsi della materia efficacemente immaginata c’è anche la forza di equilibrio dell’imbarcazione, bilanciata dalla stilla che si trasforma in bulbo. Per Baroldi la vita è fare, con il razionalismo tecnico derivante da una brillante carriera professionale trentennale nell’ambito di economia e turismo, ma è anche sognare, lasciare uno spazio al volo della mente e della fantasia, per questo le sue opere sono sempre ritmate dalla presenza di elementi decorativi, che si dispongono nella tela come scandole colorate che proteggono dalla sofferenza e dall’angoscia esistenziale e offrono un’effimera occasione di gioia visiva. E il riferimento al piacere della decorazione e alla ricerca dell’assoluto nell’arte, direttamente rimandano alla lezione di Gustav Klimt, da cui Baroldi consapevolmente prende le mosse. Egli inserisce nella costruzione filosofica e tecnica delle sue opere un dualismo che riesce ad armonizzare maturando l’insegnamento della cultura artistica veneziana. Le sue figure partono dal dialogo anche con un altro pittore del secondo Novecento, Carlo Preti, che pure aveva saputo restituire dignità ai prodotti dell’industria e agli oggetti urbani come i semafori, gli autobus, le edicole, raffigurandoli all’interno di compiute fiabe pittoriche. Baroldi sceglie di isolare i propri soggetti, che costituiscono tessere di un tempo che scorre oltre. Rappresentare l’incessante divenire, con le sue continue trasformazioni personali, lavorative, sociali, per mezzo di illuminazioni e flash istantanei, grazie a solitari e coraggiosi testimoni che non rinunciano alla loro storia, che non rinunciano all’estetica. Una verifica visiva, una messa alla prova della realtà attraverso la pittura. La tonalità calda e avvolgente dello sfondo dorato amplifica la visione e ricrea l’altrui visione attraverso soggetti, unici come i fotogrammi di un film di cui abbiamo perso la successione, come la vita in cui siamo immersi, di cui sfuggono spesso i nessi logici. L’attenzione al territorio, alle persone ed alla fauna che lo vivono ha determinato in lui un progressivo interesse per la ricerca espressiva. Partecipa con proprie opere a significativi eventi artistici e culturali in Italia ed all’estero. Una pittura decisa, di nuova classicità, elegantemente coraggiosa.
Commenti 1
Inserisci commento