Untitled
L’occhio crede di riconoscere in questi resti la struttura anatomica di un organismo, di un essere antichissimo, ma basta uno sguardo più approfondito per capire che l’evoluzione di questa creatura non è lineare, non consente una visione chiara, unidirezionale della progressione storica: qualcosa sfugge.
Le sfumature vicino alla colonna vertebrale, i tratti infuocati, lo scheletro che da regolare assume conformazioni inconsuete, vibranti, ci parlano di una storia incerta, forse non ancora scritta.
L’esistenza che traspare da questa tavola non è immediatamente comprensibile: nulla ci dice che quest’essere non sia ancora vivo e che non si stia muovendo, che non stia parlando a noi di noi stessi.
Forse siamo legati a tale creatura anfibia, silenziosa e in fiamme: la tavola è un tentativo per carpire qualcosa da questa forma prima che, in un attimo, nuoti o voli via.
testo di Chiara Ioli
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