L'opera nasce come ritratto( padre e figlia nella realtà) ma poi si evoluto come opera compiutamente a sé. Mi interessava visualizzare il rapporto conflittuale tra l'uomo che non puoi avere, rappresentato dal vero padre come Giovanni Battista, e sua figlia che, come novella Salomé, fa tagliare la testa del profeta che morbosamente ama. Ne risulta un lavoro sugli opposti (Eros e Thanatos temi cari alla mia poetica di artista), sulla bellezza come vizio del potere. La mostruosità del gesto forte e risoluto, quasi maschile, della mano destra di Salomé che tiene salda la testa decapitata del profeta come fosse un trofeo si contrappone alla grazia del gesto femminile dell'altra mano che regge delicatamente tra le dita un candido giglio, simbolo della purezza e della sua giovane età. La contrapposizione delle due azioni e dei due personaggi dialoga col fondo, volutamente nero, facendo emergere il racconto biblico e la moderna analisi psicologica, proiettandoli in un contesto senza morale e senza tempo.
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celeste,
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