Adam "L'uomo fatto di terra"

Adam "L'uomo fatto di terra"

Fotografia Analogica, Nascita, Figura umana, Analogica, 100x100cm
ADAM
“L’uomo fatto di terra”
Il modo e la materia con cui Dio creò l'uomo è descritto nel secondo capitolo della Genesi e fa parte, al solito, della rappresentazione addirittura plastica, nella quale Dio è immaginato come uno scultore.
"Allora il Signore plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita; così l'uomo divenne un essere vivente". Il primo uomo fu dunque formato di terra, e perché terra in ebraico si dice "adam", il nome di Adam, dato al primo uomo, significa "fatto di terra". Ma la statua di terra viene vivificata dal soffio di Dio, e l'uomo "esiste" in virtù di quell'alito divino, che gli infonde un'anima spirituale e immortale. L'uomo è perciò un essere capace d'intendere e di volere; quindi di conoscere e di amare . Da ciò la sua superiorità sul mondo materiale e su quello brutale. Fino a quando una creatura, più o meno bestiale, più o meno antropoide, non sia capace di conoscere e di amare, essa non è degna del nome di uomo.
Non è la fronte più o meno schiacciata che fa l'uomo; non è la mascella più o meno prominente; non ce l'orbita dell'occhio più o meno profonda, non è l'òccipite più o meno sviluppato a classificare un resto fossile come appartenente al genere umano. L'uomo è uomo quando è soltanto egli si alza fra gli altri animali con un atto d'intelligenza. Ma anche quest'atto non basta a rendere uomo un essere. Occorre anche un atto d'amore. Soltanto allora, intendendo ed amando, l'uomo dimostra di avere ricevuto, col soffio divino, l'infusione di un'anima spirituale e immortale.



IL percorso personale di Benedetto Ferraro si é sviluppato da sempre in una ricerca ossessiva verso una nuova forma sempre più estrema identificativa che non sia solo rappresentata dal lavoro di un ceramista ,da un oggetto definito o da un progetto ben strutturato ma dalla naturalezza delle sue emozioni. L’opera diventa sempre parte mutante di esso amplificata dalla necessità costante di miscelare l’opera con il proprio essere. La scelta oggi di diventare esso stesso scultura è l’ unificazione tra la materia e l’essere, è il risultato tra i due mondi quello esterno del proprio corpo e quello interno dell’ anima. Oggi la scultura non ha più necessita di essere modellata ,non necessita di trapassare le mani per crearsi ,oggi la scultura diventa l’artista stesso. Terra come carne materia primordiale vivente pura senza contaminazioni . Forse questo è il passaggio definitivo che l’artista nella sua ricerca costante cercava da tempo .Non a caso l’unicità di emozionarsi ricoprendosi della materia che lui usa ,in un contesto surreale lo porta verso un distacco totale dalla realtà esprimendo allo stesso tempo quello in cui lui crede unendo cosi la sua essenza con la materia. Partendo dal concetto primordiale della nascita dell’uomo lui si raffigura come risultato di un attesa risposta del propio io mettendo in relazione la materia e il mondo che lo circonda.

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