Mondine # 3 di Claudio Argentiero
Vaste pianure, filari di alberi, paesaggi multiformi, risaie brulicanti di memorie, svelano un vercellese ricco di storia e tradizioni, e una natura, addomesticata prima dal ritmo ripetitivo del faticoso lavoro delle mondine, poi da un ambiente rurale trasformato dal cemento. Da questa terra, da dove si fece l’Italia, ha inizio un viaggio di ricerca e di rivelazione visiva che ha condotto Claudio Argentiero ad indagare i colori e le tracce del passato come segni rivelatori di un’idilliaca dimensione, forse perduta.
Il mondo delle risaie sembra oggi suggerire la metafora di un’esistenza delle piccole cose accompagnata da filastrocche e canti popolari che si perdono in malinconiche distese di campi, strappati alla mano dell’uomo moderno, disincantato e in bilico tra il percepire empaticamente la natura e il volerla plasmare.
L’aspetto dei fabbricati rurali e le forme stesse della vita contadina, nel tempo, sono profondamente mutate e le danze attorno al fuoco nelle cascine, hanno ceduto a suoni metallici, così come il silenzio che fa perdere l’uomo verso orizzonti apparentemente sterminati, rischia di passare inosservato o dimenticato, vinto dalla frenesia quotidiana, ben lontana dal ritmo agreste del passaggio delle stagioni che accompagnava l’estenuante lavoro di braccianti e mondine.
Ed ecco i volti e i moti dell'animo al passare del tempo in un mondo simbolico, le inevitabili ambivalenze di ciò che fu e di quello che diviene, immagini spirituali di sensazioni visive accentuate dalla potenza di un bianco e nero che coniuga l’emozione con la riflessione attraverso l’ironia. Visi canuti e rugosi sorrisi mostrano identità e storie che fanno immaginare, e non vedere, incisivi quadri narrativi che evocano il sentimento del vissuto. Un dialogo di luce che mette a confronto la cultura tradizionale con la contemporaneità, facendosi partecipe della vita di uomini e donne nella loro semplicità che diventa bellezza. I riflessi d’acqua si appropriano delle immagini di un mondo velato e i silenzi si riempiono di racconti al lento planare di foglie.
Memorie, volti e luoghi di un territorio, uno sguardo sul mondo delle risaie in punta di piedi, un omaggio alle geometrie del territorio, una contemplazione di una dimensione unica ed affascinante di specchi di luce e di vita.
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