Ab-Ovo
Ho chiesto a mia nonna, nel giorno del suo 103° compleanno, di raccontarmi, con le sole espressioni del volto, una delle sue storie, come ha sempre fatto con me nella sua vita.
In questa sequenza di immagini ho voluto rendere estenuante la ripetizione ordinaria di una prova di resistenza fisica, intesa come prolungamento dello stato umano, anche nella rappresentazione emozionale e sentimentale. Senza forzare la scena nella ricerca di un'azione performativa, il lavoro è strutturato in un percorso che indaga la relazione tra corpo e tempo, delegando agli strumenti di narrazione il compito di tradurre l’impatto con la nostra sfera emotiva.
La distorsione visiva è il modello di rappresentazione a scala metaforica dell'anisotropia della sua vista, nelle orecchie risuonano riverberi di parole sconosciute ascoltate a fatica da una vecchia radio sintonizzata a caso su un programma che parla di economia, guerre e apocalisse mondiale. I suoni divengono rumori disturbati e amplificati, ascoltati grazie alla sua cuffia, che è anche strumento di congiunzione estremo alla comunità e a questo tempo, a prescindere dai contenuti trasmessi e dalla loro reale comprensione logica.
Videoinstallazione, dimensioni ambientali, 5'20"
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