Realizzato nella Casa Circondariale di Rovigo è l’epilogo di una emozione che tra corpo e suono si fa arte. Lo sfondo bianco elimina la possibilità di collocamento nello spazio. La nudità esprime potenza, morbidezza, vivacità e fragilità. Non sapendo nulla del corpo che sta sullo schermo lo spettatore non vedrà il detenuto, ma l’UOMO. La voce singola è uno scrigno di informazioni ed emozioni, intimamente legato al proprio vissuto e al luogo da cui si proviene. Le voci dei detenuti e i suoni elettronici compongono la musica originale.
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celeste,
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