In Trascorsi, prendono consistenza le vestigia gloriose di un popolo: è l’immagine di un discobolo, anzi del discobolo, perché il rimando a Mirone è palese a tutti; un felice connubio tra la figura di un atleta dei nostri giorni e la prima forma creata da quell’antico scultore; rivive Olimpia e rivive il mito di una bellezza che è stata insuperato canone nei secoli; la storia si fa libro aperto davanti a noi e trova in quel titolo così mirato, Trascorsi, il bisogno di un ritorno alle origini, che è bisogno di risposte, di appartenenza, di cittadinanza, di identità, che è per noi bisogno, proprio come lo era per l’uomo greco, di rifuggire dal malessere e dalla nostalgia dell’apolide.
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celeste,
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