sweet sliding door
Rinvenute casualmente sul ciglio di una pista ciclabile e giacenti in ordine sparso nel fossato ad esso attiguo, queste carte risultano volutamente abbandonate al proprio destino di rifiuto urbano.
Riverse e accartocciate (chissà da quanto tempo? ) sono state ripiegate minuziosamente su sè stesse, con metodico rigore, da qualcuno (lo “Sconosciuto” appunto), che le ha infine gettate a ridosso di un selciato urbano.
Queste carte, al di là del valore estetico/rappresentativo, si rivelano anche come segno della presenza (costante nel tempo) di un misterioso soggetto che officia, in maniera continuativa, un Suo cerimoniale.
A ben vedere, l’opera d’arte, se vogliamo, è già “in nuce” nell’oggetto stesso, nella carta di quelle caramelle.
L’intervento dell’artista, semmai, è avvenuto ex post, limitandosi (in senso lato) a scorgerne la potenzialità estetica. Ed in ciò, forse, riposa la concettualità dell’opera.
Nel lavoro qui esposto è stata recuperata e utilizzata, a supporto dell'opera, una vecchia porta di una latrina di un’antica corte lombarda (ormai caduta in rovina); la funzione simbolica dell'apertura gioca sul rimando ad uno spazio claustrofobico, ad un'implosione all'interno universo di espiazione, di evacuazione (corporea e spirituale) ma anche ad un epslosione verso un universo e un futuro da reinventare, rimescolando le carte del proprio destino … per un esistenza … meno amara
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