grovigli
Delicati e fragili origami di carta che hanno l’apparenza di foglie sottili e cespugli, o forse foglie sottili e cespugli che vorrebbero sembrare fragili origami, in uno spazio senza inizio ne fine che racconta solo della solitaria capacità d’immaginazione dell’essere umano.
La fragilità della solitudine e dell’isolamento, di quell’ impercettibile e imprevedibile attimo in cui il tempo sembra andare oltre le lancette dell’orologio, per lanciarsi in una dimensione altra, fatta di paure, desideri, ricordi, nostalgia, fantasia e delirio, tutti insieme per far si che il mondo in qualche modo smetta di esistere, per lasciare spazio solamente ad una mano che tiene un pennello e che rincorre, ora leggermente, ora impetuosamente, la tela bianca, lasciando il ricordo fluire come il pensiero scorre dalla mente al cuore, fin quando l’ultimo briciolo di spazio non esistente sia stato ricostruito.
Un racconto di amore e perdita del se, in un esile e insieme violento groviglio non identificabile di sentimenti e sensazioni che ancora forse aspettano di essere scoperte.
Commenti 17
È uno splendido racconto il tuo; grande intensità espressiva...
- EVO -
Mi ci perdo.....
Inserisci commento